venerdì 20 settembre 2019
La campagna civile per bandire le armi automatiche e semi-automatiche comincia a mietere successi
Il fucile d'asalto Ar-15 della Colt (Ansa)

Il fucile d'asalto Ar-15 della Colt (Ansa)

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Arriva un'ottima notizia dagli Usa. La campagna civile per bandire le armi automatiche e semi-automatiche comincia a mietere successi. La storica Colt ha appena annunciato che smetterà di produrre la variante civile del fucile d'assalto Ar-15, protagonista di tante stragi negli ultimi decenni.

Dopo la sparatoria di Christchurch in Nuova Zelanda, ad aprile, il clima è cambiato. Anche la Lighgow Arms ha interrotto per motivi etici la produzione del fucile "civile" Atrax. La duplice notizia ha fatto esultare le organizzazioni che si battono per l'interdizione delle armi automatiche. Il vento è favorevole. Fra i candidati alle presidenziali del 2020 non sono pochi quelli che sostengono una messa all'indice dei fucili d'assalto.

La sensibilità cresce in tutto il paese. Diverse catene di supermercati, a partire da Wallmart e Dick's Sporting Goods, hanno chiuso gli scaffali a questi prodotti diabolici e una decina di stati americani ne limita ormai la vendita al pubblico. È però presto per cantare vittoria. Il mercato è saturo di armi lunghe e tanti fabbricanti, fra cui Sig Sauer e Smith&Wesson, continuano a fare affari con fucili d'assalto che si vendono per poco meno di mille dollari.

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