giovedì 28 febbraio 2019
L’ex avvocato di Trump lo accusa davanti davanti alla commissione Vigilanza della Camera. «Pagai la pornostar per conto di Trump, mentii al Congresso sui progetti con i russi»
Michael Cohen davanti alla commissione Vigilanza della Camera Usa. L'ex avvocato di Trump è stato condannato a tre anni di carcere e radiato dall'albo di New York (Ansa)

Michael Cohen davanti alla commissione Vigilanza della Camera Usa. L'ex avvocato di Trump è stato condannato a tre anni di carcere e radiato dall'albo di New York (Ansa)

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«Un razzista, un truffatore e un imbroglione» che mi ha costretto a mentire per lui per dieci anni e che alla Casa bianca si sta trasformando in un autocrate: «Pensa ai suoi interessi e non a quelli degli americani». Michael Cohen, l’ex avvocato di Donald Trump, riversa davanti davanti alla commissione Vigilanza della Camera Usa tutto il suo rammarico per aver ceduto alle lusinghe dell’attuale presidente americano, tanto da aver commesso crimini che pagherà con tre anni di carcere. L’ex legale, che è stato radiato dall’albo di New York, ha poi supplicato i membri del partito repubblicano di non essere «stupidi» come lui. «Ho fatto la stessa cosa che voi state facendo ora, ho protetto Trump per 10 anni – ha detto Cohen, la cui testimonianza è stata trasmessa in diretta tv –. Guardate quello che è successo a me». Ma i membri del Grand old party intervenuti nell’audizione hanno attaccato Cohen come un «bugiardo patologico» ricordando tutti i reati, tra i quali evasione fiscale, di cui è stato trovato colpevole.

Cohen, che ha chiesto alla commissione di proteggere la sua famiglia, ha insistito, dichiarando di essere «a conoscenza di altre indagini penali che coinvolgono il presidente, fra cui una a New York». Quindi ha affermato di aver mentito al Congresso riguardo ai negoziati per il progetto di una Trump Tower a Mosca durante la campagna elettorale del 2016 perché Trump «voleva che mentissi». Cohen ha concluso che uno dei suoi più grandi rimpianti è aver accettato la richiesta del suo capo «di pagare una pornostar con cui aveva avuto una relazione e di mentire alla First lady al riguardo», quindi ha mostrato la copia di un bonifico di 130mila dollari versati alla donna e di un assegno da 35mila dollari firmato da Trump a titolo di rimborso il 1 agosto 2017, quando era già presidente.

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