lunedì 10 ottobre 2016
Nel secondo faccia a faccia tv (LA CRONACA), accuse reciproche, e risultato a favore di Hillary. Perché il punto debole è ormai nella «persona». E nel «passato che non passa» di Donald Trump. Andrea Lavazza
Clinton vincente sulle debolezze di Trump
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Non è una novità assoluta, ma il duello finale per la Casa Bianca si gioca ormai sulla qualità dei candidati e di coloro che in vari modi sono a loro collegati più che sulle proposte politiche messe in campo. Il secondo faccia a faccia, svoltosi alla Washington University di St. Louis, non poteva peraltro che confermarlo, arrivando poche ore dopo la diffusione di un filmato in cui Donald Trump si esibiva, ignaro di essere registrato, in confessioni e commenti di stampo sessista e machista. Dibattito aspro e attacchi personali I 90 minuti dell’aspro confronto di questa notte si sono svolti secondo questo copione. Forti accuse da entrambe le parti, e il risultato complessivamente a favore di Hillary Clinton. E ciò si spiega per il fatto che i punti deboli sono soprattutto nella persona di Trump, mentre i suoi contrattacchi sono andati in maggioranza ai legami della sua rivale. Innanzitutto, il candidato repubblicano non ha saputo uscire in modo credibile dall’indignazione provocata dalle sue parole del 2005 sulle donne. Ha provato a minimizzare suggerendo che i terroristi dell’Isis sono un problema più grande, ma non è stato convincente (dalla sua solo il fatto che non si è lagnato delle “intercettazioni” e della comparsa “a orologeria” del video, ne ha preso semplicemente atto). La replica sulle molestie di Bill Clinton, comunque ben note, non può scalfire la candidata democratica più di quanto l’abbia fatto finora. Troppi amici ingombranti L’affondo sulle email distrutte da Hillary durante l’inchiesta che la riguarda è un elemento che pesa e sul quale l’ex segretario di Stato non riuscirà mai a dissipare del tutto dubbi e perplessità. Ma quando si è tornati sul piano concreto dei programmi, Trump è andato ancora alle corde. Ha eluso le tasse? Sì, ma lo fanno anche gli amici e i finanziatori di Clinton. Ovvio che la scusa sia debole. E poi dare la colpa della nascita dello Stato islamico in Siria e Iraq alla sua rivale in solido con Obama continua a non essere particolarmente convincente, dato che tutte le recenti amministrazioni americane hanno raccolto scarsi risultati con le loro scelte belliche e diplomatiche in Medio Oriente. Un passato che non passa per The Donald Infine, gli imbarazzanti amici russi di The Donald, che dal Cremlino sembrano sponsorizzarlo con mezzi leciti e, forse, anche illeciti. Un biglietto da visita ben poco lusinghiero, che Trump non rimanda al mittente perché potrebbe comunque averne avuto qualche vantaggio. In definitiva, nessuno dei due candidati si presenta con un profilo privo di ombre, cosa che ciascuno è riuscito a rimarcare con efficacia. Clinton tuttavia è apparsa meno personalmente compromessa con un passato ingombrante di quanto lo sia lo sfidante. E questo le sta dando l’attuale vantaggio nei sondaggi e nei pronostici. Ma anche dopo il secondo dibattito sarebbe sbagliato dare per certa la sconfitta Trump.
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