sabato 27 maggio 2017
Il primo esperimento di dialogo dal basso è stato creato nel 2003 dal carmelitano José Arcesio Escobar. Ora in tutto il Paese ci sono 25 oasi per curare le ferite del conflitto
Giovani con padre Arcesio nella Città di Dio di Villa de Leyva

Giovani con padre Arcesio nella Città di Dio di Villa de Leyva

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L’accordo tra Bogotà e guerriglieri delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (Farc) è stato firmato. La pace, però, non si può imporre con una decisione politica. “E’ un processo di costruzione umana”. Ne è convinto padre José Arcesio Escobar, sacerdote carmelitano, in prima linea nella realizzazione della pace autentica nel mezzo del pluridecennale conflitto colombiano. In tale ottica rientrano le “Ciudades de Dios”, Città di Dio, create negli ultimi quattordici anni, con l’aiuto in Italia di Punto Missione Onlus. «Abbiamo cominciato per caso. Ero maestro dei novizi e pensavo che i ragazzi dovessero avere modo di vivere in concreto la carità. Ho iniziato a portarli a Villa de Leyva, una zona molto povera. Là ci siamo imbattuti in bambini soli e abbiamo iniziato a creare una specie di rifugio dove potessero stare», racconta. Quel giorno, il 19 marzo 2003, solennità di San Giuseppe, è nato il primo nucleo delle Città di Dio. Ora ce ne sono 25 sparse per il Paese. «Sono comunità dove le persone possono vivere il Vangelo, aiutando concretamente i più bisognosi. Il centro delle Città di Dio è la dignità della persona». Una visione rivoluzionaria in una nazione lacerata da 52 anni di guerra. «Le Città di Dio sono aperte a tutti. L’obiettivo è aiutare le persone a guarire dalle proprie ferite. Sono situate in zone difficili, dove maggiore è stato l’impatto del conflitto», sottolinea padre Arcesio. Particolare importanza, a tale proposito, ha la formazione dei giovani.

L'importanza della formazione

Per questo, nella Città di Dio di Norcasia è nato un progetto per consentire ai ragazzini delle inaccessibili zone montane di studiare. «Abbiamo fatto un accordo con varie realtà universitarie, con il Movimento ecclesiale carmelitano e con la Fondazione Construimos. Ognuna di queste finanzia una quota, la famiglia mette un 25 per cento Nella Città di Dio della Gloria a Bogotà abbiamo ora due appartamenti, uno femminile ed uno maschile, dove gli universitari, provenienti dalle varie città di Dio, abitano insieme. Non si tratta di un’opportunità mirata solo alla crescita personale. I ragazzi infatti pregano, studiano, lavorano e collaborano alle attività della Città di Dio che li ospita. Questi giovani saranno come il seme gettato nel campo e il regno di Dio potrà continuare a crescere anche attraverso di loro», conclude il sacerdote (per info sul progetto: http://www.puntomissioneonlus.org/sostegno-distanza/sad-colombia-borse-di-studio

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