sabato 8 agosto 2015
​Saad Dawabsha, 32 anni, è deceduto per le ferite riportate nell'incendio appiccato dai coloni israeliani a Duma a fine luglio. Dura la reazione di Hamas: attaccare Israele è un diritto e un dovere.
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Dopo il piccolo Ali Dawabsha, il bimbo di 18 mesi arso vivo nella sua casa di Duma (Cisgiordania) il 31 luglio scorso, oggi è arrivata la notizia della morte del padre, Saad Dawabsha (32 anni), deceduto in ospedale per le ferite riportate durante il rogo appiccato dai coloni palestinesi. A riferirlo un portavoce dell'ospedale israeliano di Soroka, dove l'uomo era ricoverato. Ghassan Daghlas, un funzionario dell'Autorità nazionale Palestinese, ha spiegato che la salma sarà trasferita a Duma per i funerali. La moglie di Saad, Riham, e l'altro figlio di quattro anni, Ahmed, stanno ancora lottando per la vita in ospedale.

Nel frattempo continuano le tensioni tra palestinesi, coloni ed ebrei ultraortodossi. Per l'incendio di Duma è tuttora detenuto in regime amministrativo (carcere preventivo), Meir Ettinger, il nazionalista di 23 anni ritenuto dalle autorità israeliane l'ispiratore dell'attentato, oltre che il leader di un gruppo sovversivo di estremisti ebrei. La morte di Saad Dawabsha ha però scatenato anche la reazione di Hamas che ritiene ora "un diritto" e "un dovere" attaccare Israele. Il portavoce del movimento, Hossam Badran, ha scritto sulla sua pagina Facebook che "niente fermerà gli attacchi contro i coloni assassini e non possiamo aspettare fino a che arriveranno nei nostri villaggi e nelle nostre case". "La nostra gente in Cisgiordania non ha altra scelta che un confronto aperto e totale contro l'occupante", si legge ancora nel post. La radio pubblica di Israele ha fatto sapere che l'esercito è ora in stato di allerta in Cisgiordania per possibili "attacchi di vendetta palestinesi".

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