venerdì 23 marzo 2012
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Abolire in 3-5 anni la pratica di prendere gli organi per i trapianti dai condannati a morte. La decisione è stata annunciata giovedì dal viceministro della Salute cinese, Huang Jiefu. La Cina - ha proseguito - sta provvedendo alla creazione di un sistema nazionale di donazione degli organi per ridurre l'affidamento su quella da detenuti nel braccio della morte e incoraggiare donazioni da parte della popolazione, la cui insufficienza sta a significare che la maggior parte degli organi trapiantati nel Paese sono ricavati da prigionieri giustiziati, ma solamente previo consenso.Incoraggiare il popolo a donare gli organi e ampliarne le fonti legali dovrebbero rappresentare l'unica soluzione all'attuale insufficienza di organi da trapiantare, ha dichiarato il vice presidente della Red Cross Society of China (RCSC), Hao Linna. Le statistiche pubblicate dal ministero della Salute mostrano che circa 1,5 milioni di persone in Cina necessitano di un trapianto, ma ogni anno ne vengono effettuati solamente 10 mila circa. Un sistema sperimentale per la donazione di organi è stato lanciato in 16 delle 31 zone a livello di provincia della Cina continentale: una commissione professionale indipendente a livello nazionale è necessaria per determinare i donatori idonei e l'assegnazione degli organi dato che, in un regolamento emanato nel 2007, il governo ha bandito i trapianti da donatori vivi, ad eccezione di familiari stretti, come coniugi o consanguinei, ha dichiarato Hao. Un sistema nazionale è complesso e coinvolge il sistema legale, i diritti umani e questioni etiche, ha affermato il vicepresidente esecutivo della RCSC, Zhao Baige.
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