lunedì 25 maggio 2020
Migliaia di persone sono scese ieri in piazza nell'ex colonia per manifestare contro la nuova stretta decisa da Pechino con la nuova legge sulla sicurezza nazionale
Hong Kong, gli scontri di domenica 24

Hong Kong, gli scontri di domenica 24 - Ansa

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Si riaccende lo scontro fra Hong Kong e Pechino: migliaia di persone sono scese ieri in piazza nell'ex colonia per manifestare contro la nuova stretta decisa dalla leadership comunista cinese con la nuova legge sulla sicurezza nazionale che infligge un duro colpo alle aspirazioni di autonomia. La protesta, non autorizzata, è sfociata in durissimi scontri con cariche della polizia in tenuta antisommossa, lanci di lacrimogeni e almeno 180 arresti. Gli agenti non hanno lasciato il campo neanche in serata, continuando a presidiare la città nel quartiere dello shopping di Causeway Bay e a Wanchai, impedendo qualsiasi scia della mobilitazione, dopo quella principale del pomeriggio.

Il consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump, Robert O'Brian, ha detto in un'intervista che gli Stati Uniti probabilmente imporranno sanzioni alla Cina se Pechino attuerà la legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong. "È difficile prevedere come Hong Kong possa restare un centro finanziario in Asia se la Cina assume" ha spiegato.

La domenica è trascorsa con altissima tensione: la polizia ha caricato, usato di spray urticanti, gas lacrimogeni e cannoni adacqua, mentre gli attivisti hanno messo in campo barricate di fortuna, blocchi stradali e lanci di mattoni.

La rabbia dei manifestanti è stata alimentata anche dalle parole del vicepremier Han Zheng, uno dei 7 membri del Comitato permanente del Partito comunista che ha in carico la gestione dei rapporti con l'ex colonia: incontrando a Pechino i delegati di Hong Kong ha assicurato che la normativa in via di discussione non dovrà essere sottostimata, ma "attuata fino alla fine".

I giudizi hanno avuto altre spiegazioni nelle valutazioni del ministro degli Esteri Wang Yi, che ha cercato di rassicurare."L'eccessiva ingerenza straniera illegale negli affari di Hong Kong ha messo gravemente a rischio la sicurezza nazionale della Cina. In tali circostanze, un sistema giuridico e di meccanismi di applicazione a tutela della sicurezza nazionale della città è diventata una priorità urgente. Dobbiamo farlo senza il minimo ritardo", ha detto nella videconferenza a margine della sessione parlamentare, rimarcando l'importanza di apportare correttivi dopo le proteste su vasca scala, spesso violente, partite a giugno del 2019 contro legge sulle estradizioni in Cina. "Le violenti attività terroristiche si sono intensificate", ha aggiunto, richiedono urgenti correttivi, ma non danneggiano l'autonomia e le libertà della città.

La norma allo studio porterà alla repressione di tutto ciò che Pechino considera attività sovversiva, in una mossa che ha scosso i territori temendo la perdita dell'autonomia e delle libertà garantite come non mai in qualsiasi altra città normale cinese. La stretta riguarda "un spettro di categorie molto piccolo", tra cui tradimento, secessione, sedizione o sovversione". In tal modo non ci sarà alcun impatto "sui diritti e le libertà dei residenti o sui legittimi diritti e interessi degli investitori stranieri a Hong Kong. Invece di essere inutilmente preoccupata, la gente dovrebbe avere più fiducia nel futuro di Hong Kong".

Amnesty International ha criticato gli arresti di massa, accusando la polizia di usare la "forza eccessiva" contro i manifestanti "in gran parte pacifici". In un tweet, il gruppo ha dichiarato che "la legge sulla sicurezza nazionale proposta dalla Cina è un terribile assalto ai diritti umani e la possibilità di protestare pacificamente non è un crimine". I tentativi "di reprimere i diritti umani non porteranno stabilità, ma più rabbia e più disordini per le strade".

Il governo locale ha "condannato con forza" le "gravi violenze" a Wanchai e Causeway Bay, segnale dell'urgenza della norma. La violenza segnala che "i sostenitori dell'indipendenza" e gli "elementi violenti" continuano a dilagare.

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