lunedì 27 febbraio 2017
Una standing ovation ha salutato la vittoria nella categoria dei cortometraggi. Ma il direttore della fotografia e il capo della Syria civil defence erano assenti: gli Usa hanno negato il visto
Una pattuglia dei Caschi bianchi in azione ad Aleppo

Una pattuglia dei Caschi bianchi in azione ad Aleppo

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La statuetta d'oro per il miglior cortometraggio documentario, nella notte degli Oscar, è andata a «The White Helmets» di Orlando von Einsiedel e Joanna Natasegara. Un premio che parla della guerra in Siria salutato con una "standing ovation" per i vincitori, ma il direttore della fotografia, il 21enne siriano Khaled Khateeb, non era presente come pure Raed Saleh, capo della Syria Civil Defence. Una "sedia vuota" nella notte a Hollywood perché Khateeb, nei giorni scorsi, è stato stato bloccato all'aeroporto di Istanbul: le autorità statunitensi hanno negato l'ingresso per alcune «informazioni negative» che lo riguardano. Sorte analoga pure per Saleh.

Standing ovation per i Cashi bianchi, ma la loro sedia è vuota

I Caschi bianchì della Syria Civil Defence, un gruppo di circa tremila volontari siriani che si occupa di assistere i civili nelle zone in mano ai ribelli in Siria, hanno subito espresso soddisfazione: «Siamo felici che i nostri sacrifici e la sofferenza del nostro popolo possano essere mostrati a molte persone del mondo», ha dichiarato Abdel Rahman Hassan, uno dei volontari. «Il nostro obiettivo è quello di salvare persone, proteggerle e sperare che questa guerra termini presto in modo che possa tornare la pace per il nostro popolo», ha aggiunto. In 40 minuti vengono raccontate le storie di alcuni volontari, le sfide che affrontano ogni giorno e le enormi sofferenze di un popolo «intrappolato nella peggiore guerra del secolo», come l'ha definita Hassan.

Alla cerimonia degli Oscar non hanno potuto partecipare né Khaled Khateeb, né Raed Saleh, capo della Syria Civil Defence. Il regista Orlando von Einsiedel ha ricevuto il premio per loro ricevendo una standing ovation quando ha chiesto la fine della guerra in corso in Siria dal marzo del 2011. L'assegnazione dell'Oscar dimostra «che alla gente importa di noi e delle persone che curiamo - ha detto Khateeb in un comunicato -. Questo premio è per tutti i volontari dei Caschi bianchi e per tutte le persone del mondo che stanno lavorando per la pace». Saleh ha invece sottolineato che i volontari non sono contenti di ciò che fanno. «Aborriamo la realtà nella quale viviamo - ha detto il capo della Syria Civil Defence - Quello che vogliamo non è aiutare continuamente, ma piuttosto impegnarci perché questo lavoro termini». I Caschi bianchi affermano di aver salvato 60mila vite nelle zone controllate dai ribelli in Siria. I sostenitori del regime di Damasco accusano i volontari di avere legami con le fazioni islamiche, compresa la cellula di al-Qaeda in Siria.

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