venerdì 7 gennaio 2011
Alta tensione nel Maghreb: dopo la Tunisia, anche l'Algeria è teatro di violente proteste contro il caro-vita e la disoccupazione dilagante, in un clima di crescente rabbia e frustrazione delle fasce più deboli della popolazione. La Farnesina raccomanda ai turisti prudenza negli spostamenti interni.
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Il venerdì di preghiera non ha fermato la rivolta del cous cous in Algeria. All'uscita dalle moschee, i disordini sono ricominciati con una violenta battaglia tra polizia e manifestanti nel centro di Algeri, tra i quartieri di Belcourt e Ruisseau. Gli agenti hanno risposto con i lacrimogeni alla sassaiola dei giovani. A Ras El Oued, epicentro della protesta contro gli aumenti degli alimenti di prima necessità iniziata martedì, sono stati danneggiati edifici governativi come la sede del colosso energeticoSonelgaz, una banca e un ufficio postale. A Bordj El Kiffan, nella periferia est, è stato incendiato il deposito di una linea tramviaria in costruzione.Tutte le partite del campionato di calcio del fine settimana sono state rinviate per il timore di incidenti e per prevenire cortei, vietati dalle leggi di emergenza introdotte durante la guerra civile del 1992. Scontri anche nella città berbera di Tizi Ouzou, capoluogo della Cabilia, dove sono state erette barricate con blocchi di cemento e cassonetti. Nell'est dell'Algeria ci sono stati disordini a Costantina, Tebessa e Annaba, nell'ovest a Orano. Già nella notte c'erano stati scontri tra polizia emanifestanti in diversi quartieri della capitale, con lanci di bombe molotov, saccheggi e auto date alle fiamme. Una quarantina di giovani ha assaltato un ristorante e svuotato una gioielleria nella zona di El Biar. Nel sobborgo di Bab el Oued, epicentro della protesta, la polizia ha lanciato gaslacrimogeni per disperdere i più facinorosi. In Cabilia ci sono stati scontri nei comuni vicino a Bejaia, Bouira e Boumerdes. Si parla di numerosi feriti e arresti negli scontri, ma le autorità mantengono al riguardo un rigoroso blackout. Il governo ha cercato di rassicurare la popolazione che gli aumenti del 20-30% per zucchero, grano e olio sono destinati a rientrare. Il ministro del Commercio, Mustapha Benbada, ha incontrato produttori e importatori e ha detto di aver trovato un accordo per frenare l'impennata dei prezzi. "Stiamo cominciando a controllare la crisi", ha assicurato, promettendo una soluzione "per l'inizio della prossima settimana". In particolare è attesa l'abolizione della tassa introdotta su alcuni prodotti, alla base dell'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità.Il 75% degli algerini è sotto i 30 anni e il 20% dei giovani è disoccupato. A metà dicembre analoghe proteste contro gli aumenti dei prezzi si erano svolte in Tunisia, con manifestazioni di piazza, scioperi e arresti di blogger. A scatenare la rivolta era stato il sacrificio di un giovane, il fruttivendolo ambulante Mohamed Bouazizi, che si era dato fuoco di fronte alla prefettura di Sidi Bouzid. La Farnesina consiglia ai connazionali prudenza negli spostamenti nel Paese.
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