giovedì 29 agosto 2013
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«La certezza che riportiamo dal nostro viaggio è che l'uso delle armi in Siria ha e avrà come risultato niente altro che una “spirale” della violenza e un aggravarsi della già drammatica condizione in cui vivono centinaia di migliaia di persone. Ogni ulteriore militarizzazione del conflitto non farà altro che rendere ancor più insostenibile questa situazione». È quanto dichiara don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, a conclusione oggi della missione che lo ha visto presente da domenica scorsa in Giordania e in Terra Santa insieme con il responsabile dell'Area Internazionale, Paolo Beccegato, e al capo Ufficio Medio Oriente-Nord Africa-Corno d'Africa, Silvio Tessari. Caritas Italiana si unisce così ai ripetuti appelli di Papa Francesco per la pace in Siria e in tutto il Medioriente. La missione di Caritas Italiana ha voluto rappresentare un segno di vicinanza e di incoraggiamento a tutte le Caritas del Medioriente ed è stata caratterizzata dalla visita alle comunità che accolgono rifugiati siriani in Giordania, al confine con la Siria. Grazie inoltre all'incontro con i partner locali è stato possibile concordare nuove iniziative che partiranno al più presto. Riguardano interventi per le fasce più deboli dei rifugiati, come i bambini e i disabili, oltre che una proposta di gemellaggi con le parrocchie della Terra Santa. «Torniamo anche con un segno di speranza, rappresentato dall'impegno delle Caritas, sostenuto da tanti volontari - aggiunge don Soddu -. Abbiamo potuto infatti toccare con mano il bel lavoro che sta facendo Caritas Giordania nell'accoglienza dei fratelli siriani. Attraverso l'azione di aiuto che svolge la Chiesa locale si capisce il significato profondo della carità, che prende corpo attraverso l'azione pastorale prima ancora che quella sociale».«Oltre l'80% dei rifugiati attualmente presenti in Giordania sono donne e bambini - ricorda don Soddu -, mentre gli uomini sono rimasti in Siria. Questo porta a una condizione ancora peggiore proprio per i ragazzi, che nella stragrande maggioranza dei casi non possono andare a scuola, ma sono costretti a lavorare o ad elemosinare per mantenere la famiglia». Caritas Italiana ha sostenuto fin dai primi momenti della crisi le Caritas della Siria e dei paesi limitrofi. In coordinamento con la rete internazionale Caritas, sono stati messi a disposizione finora 550.000 euro alle Caritas di Siria, Giordania, Libano e Turchia per aiuti d'urgenza: viveri, vestiario, medicinali.
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