sabato 24 gennaio 2015
Sono cresciuti anche i bambini abbandonati. E i giovani che possono fuggono all'estero. Rapporto della Caritas.
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In Grecia la mortalità infantile è aumentata del 43% dall’inizio della crisi. Inoltre è del 336% l’aumento del numero dei bambini abbandonati in cinque anni. È in corso anche la più grande fuga di cervelli della storia recente da un’economia occidentale avanzata: oltre 200.000 dallo scoppio della crisi. Sono i dati resi noti dalla Caritas italiana, in un dossier pubblicato su www.caritasitaliana.it alla vigilia delle elezioni di domenica, nel quadro dell’Anno europeo per lo sviluppo. Un dossier dal titolo emblematico “Grecia: Gioventù ferita. La crisi come una guerra, il Paese a un bivio”, un approfondimento e un aggiornamento sulla grave situazione sociale ed economica in cui versa il popolo greco. Numerosi i dati, ampie le interviste raccolte in loco, per portare all’attenzione dell’opinione pubblica la preoccupazione per questo scenario che continua a generare, accanto ai “vecchi” poveri, dei poveri “nuovi”, soprattutto fra le nuove generazioni. Il Dossier denuncia le gravi condizioni economiche, abitative, sanitarie in cui versano le famiglie greche e in particolare i bambini, molti dei quali restano senza cure sanitarie essenziali. I nuovi dati provenienti dalla rete dei centri di ascolto e di aiuto delle Caritas locali confermano che le politiche internazionali ed europee adottate in Grecia “sono sostanzialmente fallimentari”, denuncia Caritas italiana. “Le fasce socialmente più deboli e la gioventù in particolare sono le vittime principali: ferite, deluse, arrabbiate - commenta la Caritas -, che però non hanno perso la speranza. La Grecia è ad un bivio. Non solo politico. Tanti i paralleli con l’Italia”. Nella parte finale il dossier presenta i progetti finora in atto per un impegno complessivo di 600.000 euro. Si tratta di esperienze e proposte concrete, frutto dei rapporti di collaborazione e di solidarietà che si sono andati rinforzando tra Caritas italiana e Caritas Grecia, anche attraverso i gemellaggi solidali avviati nel 2014, che al momento coinvolgono 14 diocesi italiane. L’obiettivo ultimo è quello di contribuire ad una sempre maggiore presa di coscienza della situazione e moltiplicare l’impegno sia nell’azione politica nei confronti dell’Unione europea, sia in quella educativa e di animazione per lo sviluppo di una cittadinanza europea attiva più vigile e solidale.
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