mercoledì 7 settembre 2011
«Occorre salvare vite umane, ora, inviando cibo, acqua, medicine, beni primari». È l'appello lanciato dal ministro dell'Agricoltura della Somalia, Abdullahi Agi Hassam Mohamed Nuur. Dallo scorso 25 luglio, data dell'ultimo vertice straordinario organizzato dalla Fao, «la situazione si è deteriorata: centomila persone sono fuggite a Mogadiscio per cercare acqua e cibo mentre 1,4 milioni di bambini e anziani necessitano di assistenza immediata».
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«Occorre salvare vite umane, ora, inviando cibo, acqua, medicine, beni primari». È l'appello lanciato dal ministro dell'Agricoltura della Somalia, Abdullahi Agi Hassam Mohamed Nuur. Dallo scorso 25 luglio, data dell'ultimo vertice straordinario organizzato dalla Fao, «la situazione si è deteriorata: centomila persone sono fuggite a Mogadiscio per cercare acqua e cibo mentre 1,4 milioni di bambini e anziani necessitano di assistenza immediata», ha spiegato Nuur.Secondo le stime dell'Unione Africana oltre dodici milioni di persone sono colpite da una carestia spietata in tutto il Corno d'Africa, e l'Onu ha quantificato in 2,4 miliardi di dollari la necessità di aiuti per venire soccorso delle popolazioni. A oggi sono stati stanziati da donatori internazionali 1,1 miliardi.«La carestia potrebbe peggiorare nei prossimi mesi, ma l'Onu spera che le agenzie umanitarie riescano a raggiungere un maggior numero di famiglie denutrite». Lo ha detto Antonio Guterres, Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite ieri a Nairobi di ritorno da una missione tra i campi profughi, sostenendo che «il picco della crisi non è stato ancora raggiunto e il peggio deve ancora venire». L'emergenza alimentare dalla Somalia si sta propagando ai Paesi confinanti, come Gibuti, Etiopia e Kenia. Sally Kosgei, ministro dell'Agricoltura kenyota, ha ricordato che nel suo Paese «le famiglie stanno perdendo la loro battaglia e la situazione è aggravata dall'arrivo dei rifugiati somali. Il 60% delle terre sono aride o semi-aride». Nairobi «non si lamenta ma vuole ricordare al mondo le sue necessità. Il mondo si svegli». I leader dei Paesi africani, nel corso del summit svoltosi la settimana scorsa ad Addis Abeba, dopo polemiche e rinvii si sono mobilitati per raccogliere circa 352 milioni di dollari (245 milioni di euro) in denaro e altri 28 in aiuti materiali e alimentari. La Banca Africana per lo sviluppo fornirà 300 milioni di dollari da qui al 2015 per progetti di medio e lungo termine, ha annunciato dal presidente dell'Unione africana Jean Ping. «È la prima volta che l'Africa dimostra la sua solidarietà per una causa africana», ha detto da parte sua il presidente in carica dell'Unione, il presidente della Guinea Equatoriale Teodoro Obiang Nguema. Su 54 Paesi africani, però, 33 non hanno ancora versato né promesso un solo scellino. Emblematico il caso del Sudafrica. Contribuirà con solo un milione di dollari, pur producendo da solo un terzo del prodotto interno lordo del continente.
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