venerdì 6 agosto 2021
Nel nord-ovest anglofono, che vuole l'indipendenza, continuano le tensioni dei secessionisti con il governo. L'organizzazione, che gestiva anche l'unico servizio di ambulanze, ha subito attacchi
Pazienti in una struttura sanitaria nel nord-ovest del Camerun, regione in preda da quattro anni a scontri tra secessionisti anglofoni e forze governative

Pazienti in una struttura sanitaria nel nord-ovest del Camerun, regione in preda da quattro anni a scontri tra secessionisti anglofoni e forze governative - Msf

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Dopo quasi otto mesi di sospensione delle attività da parte delle autorità camerunensi, Medici senza frontiere (MSF) è stata costretta a ritirare il suo staff nella regione nord-occidentale del Camerun, un’area gravemente colpita da anni di conflitti armati tra le forze di sicurezza e i gruppi separatisti armati. “Non possiamo più rimanere in una regione dove non ci è permesso fornire cure alla popolazione”, sottolinea Laura Martinelli, capomissione di Msf nel Paese. “Purtroppo non possiamo più tenere il nostro staff in stand-by e non abbiamo altra scelta se non quella di ritirarci dall’area. Manterremo comunque un piccolo ufficio a Bamenda, capitale regionale, per continuare il dialogo con le autorità”.

Msf ha fornito cure mediche d’emergenza e servizi di ambulanza nel nord-ovest del Camerun dal 2018 fino a quando, a dicembre 2020, le autorità camerunensi ne hanno sospeso le attività mediche finché non fosse stato possibile rivedere l’accordo di collaborazione con il governo. Questa decisione è giunta dopo una serie di illazioni – secondo cui MSF avrebbe sostenuto i gruppi armati locali – che l’organizzazione ha più volte respinto categoricamente. Nonostante mesi di interlocuzioni, le autorità non hanno concesso a Msf di riprendere le attività. “Questa sospensione riduce in maniera significativa l’accesso ai servizi medici in un’area dove la popolazione è gravemente colpita dalle violenze” continua Martinelli di Msf. Dal 2018 Msf è stata una delle poche organizzazioni internazionali a fornire assistenza sanitaria gratuita alle popolazioni del nord-ovest del Camerun, gestendo l’unico servizio di ambulanze gratuito attivo 24 ore al giorno. Ogni anno, decine di migliaia di pazienti hanno beneficiato del supporto dell’organizzazione in una regione dove l’assistenza sanitaria è stata fortemente ridotta a causa delle violenze in corso.

La crisi in atto da quasi quattro anni ha generato centinaia di migliaia di sfollati, e molte strutture sanitarie non sono più funzionanti. L’accesso alle strutture sanitarie rimanenti resta difficile per molte persone a causa di ostacoli economici, geografici e di sicurezza.
“Dal 2018 abbiamo visto numerosi attacchi contro le strutture sanitarie, attacchi che non hanno risparmiato neanche Msf – sottolinea Martinelli -. Mentre siamo costretti a ridurre la nostra presenza, chiediamo a tutti i gruppi armati di rispettare gli operatori sanitari, che siano membri di organizzazioni non governative o del ministero della Salute. Qualsiasi minaccia o violenza contro di loro o contro i pazienti è inaccettabile.”

Il Camerun anglofono, situato nell’ovest del Paese al confine con la Nigeria, chiede l’indipendenza, ma la reazione governativa è stata forte. Coprifuoco, blocco di Internet, rastrellamenti. Nonostante alcuni segnali di blanda riconciliazione, dalla capitale Yaoundé l’ordine è sempre stato di «fermare ogni tentativo di secessione», per quanto piccolo sia. Secondo gli analisti, le due regioni occidentali, ricche di petrolio, gas, legname e prodotti agricoli, assicurano il 60% del Pil camerunese, e rappresentano una fonte troppo importante per l’economia del Paese. Le amministrazioni anglofone sono dominate dalla presenza di francofoni per mantenere il controllo del governo sul territorio. La popolazione anglofona protesta contro «un processo di assimilazione forzata nel sistema francofono». “Come organizzazione medico umanitaria il nostro obiettivo è quello di fornire assistenza medica a tutti, senza discriminazioni, basandoci unicamente sui bisogni medici – spiega Martinelli -. Siamo in contatto con tutte le parti per garantire la sicurezza dei pazienti dello staff, in Camerun come in qualsiasi altro Paese in cui operiamo. Civili o combattenti, le persone che supportiamo sono nostri pazienti, esseri umani, e se si trovano in una situazione di bisogno ricevono assistenza medica da Msf: è parte del nostro DNA come organizzazione umanitaria neutrale e indipendente, non può essere considerata una collusione”.

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