giovedì 24 marzo 2016
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NEW YORK Donald Trump vince con ampio margine nelle primarie presidenziali in Arizona, dimostrando di poter intascare consensi all’Ovest, ma subisce una sconfitta da Ted Cruz in Utah. Simile copione fra i democratici, dove la favorita Hillary Clinton ha battuto Bernie Sanders in Arizona, allungando il suo vantaggio nella corsa per la nomination, ma ha perso in Utah e Idaho, dimostrando che il rivale è ancora temibile. Il primo grande test del West, l’Arizona, ha però premiato i due capofila, lasciando presagire un possibile esito del fondamentale voto in California del 7 giugno prossimo. Né Cruz né Sanders hanno comunque intenzione di uscire di scena, e hanno mostrato un certa resistenza. Il senatore repubblicano del Texas ha così ridato qualche speranza all’establishment del Grand Old Party, che teme che Trump porti il partito alla rovina alle elezioni generali. Dopo aver messo il voto del Grand Canyon State in cassaforte, Trump ha infatti 58 delegati in più, raggiungendo quota 741 (per la nomination ne servono 1.237). Sul fronte opposto, Clinton ieri ne ha conquistati 75, toccando quota 1.691 (2.383 sono necessari per la vittoria). Ancora una volta a sostenere la Clinton sono stati soprattutto gli elettori meno giovani e le minoranze. Mentre Trump, in uno Stato di frontiera (la frontiera con il Messico lungo la quale il tycoon vorrebbe costruire il famigerato muro) ha ricevuto la spinta degli elettori repubblicani che sostengono la linea dura sull’immigrazione. Il Super martedì del West ha anche ridotto al lumicino le prospettive del terzo repubblicano rimasto in gara, il governatore dell’Ohio John Kasich, costringendo le alte sfere del partito a fare i conti con il pure poco gradito Cruz. Jeb Bush si è schierato infatti a fianco del senatore del Texas proprio in nome della «salvezza del nostro partito dalla volgarità che Donald Trump ha portato nell’area politica». «Ted è un conservatore coerente con i suoi principi, che ha dimostrato di saper attirare gli elettori e vincere la battaglia delle primarie», ha detto il più giovane dei fratelli Bush, che è stato spinto fuori gara proprio da Trump ma che evidentemente spera di rientrare nei giochi politici sulla scia di Cruz. «Jeb Bush sarebbe un’importante aggiunta alla mia amministrazione », ha detto infatti Cruz, prima di assicurare che può «battere Hillary Clinton a novembre». L’ex first lady ha risposto con un riferimento agli attacchi terroristici di Bruxelles, sostenendo che né Trump né Cruz sono affidabili nella lotta contro i militanti del Daesh. Elena Molinari © RIPRODUZIONE RISERVATA Donald Trump e Hillary Clinton: il duello si avvicina (Ansa)
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