lunedì 7 marzo 2016
Nell'incontro di Bruxelles le nuove richieste di Ankara all'Ue per gestire la crisi dei profughi siriani, che arriva dopo i disordini di Istanbul per il commissariamento del giornale di opposizione. Renzi: ci sia un riferimento alla libertà di stampa altrimenti salta tutto.
Migranti, la Turchia chiede altri 3 miliardi
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La Turchia alza la posta e al vertice con i leader europei sulla crisi dei migranti arriva con una proposta last minute, con cui chiede altri 3 miliardi (oltre ai 3 già previsti), offrendo però anche di più. Dopo una anticipazione del Financial Times, lo ha confermato il presidente dell'Europarlamento Martin Schultz, che parla di ulteriori 3 miliardi richiesti da versare nel 2018. Al vertice sono presenti i 28 capi di Stato e di governo che compongono il Consiglio Europeo e il primo ministro turco Ahmet Davutoglu.Intanto Matteo Renzi, che come altri colleghi, a partire dal britannico David Cameron, ha sollevato la questione della libertà di stampa al pranzo col premier turco Ahmet Davutoglu, ha chiesto un riferimento nelle conclusioni del summit, minacciando altrimenti il veto a tutto l'accordo.

>>> Gli scontri di piazza di venerdì e sabato davanti alla sede del quotidiano d'opposizione Zaman a IstanbulCosa propone la Turchia?Il Paese della Mezzaluna, che già ospita due milioni di profughi, propone all'Ue un sistema di reinsediamenti secondo uno scambio di 'uno a uno', dicendosi disposto a riprendere tutti i migranti che hanno raggiunto illegalmente l'Ue da una certa data in poi (non in modo retroattivo), sia quelli economici che i richiedenti asilo. Ma per ogni profugo siriano riammesso, chiede che i Paesi dell'Unione ne accolgano uno in modo legale dal suo territorio.In contropartita Ankara chiede tre miliardi aggiuntivi per il 2018, che l'Europa dovrebbe stanziare sulla base di progetti per migliorare le condizioni di vita dei profughi; l'apertura di cinque capitoli per il processo di adesione Ue (gli stessi che aveva messo sul tavolo già anovembre); la liberalizzazione dei visti a giugno, anziché ottobre; e 'aree umanitarie sicure' in Siria.Il vertice straordinario, che all'origine doveva durare una mezza giornata, si trasforma così in una maratona in cui il premier turco Davutoglu presenta le sue proposte durante il pranzo dei 28 leader, per ottenere un feedback a cena. È un tira e molla. La cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier olandese Mark Rutte premono per arrivare ad un'intesa subito. Ma c'è maretta sulla validità giuridica delleriammissioni prospettate. Alexis Tsipras dice di avere già un accordo in questo senso, altri però dubitano che sia giuridicamente sostenibile.Molti Paesi, soprattutto quelli dell'Est ed i Baltici, chiedono di rinviare tutto al vertice della settimana prossima (17 e 18 marzo) perché la proposta non è stata negoziata. Per il segretario di Stato polacco per gli Affari europei Konrad Szymanski non c'è però un atteggiamento di chiusura. Il premier ungherese Viktor Orban insiste col suo no ai reinsediamenti. Forti perplessità anche da parte del cipriota NikosAnastasiadis: il suo Paese blocca alcuni dei capitoli per l'adesione all'Ue che Ankara vorrebbe vedere riaperti.Il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk è infuriato. Si sente scavalcato perché dopo la sua trasferta ad Ankara della settimana scorsa per chiudere un accordo, la proposta turca sul tavolo è il frutto di una discussione durata cinque ore - fino alle 2,45 della notte tra domenica e lunedì - tra Davutoglu, Merkel e Rutte.QUANTI MIGRANTI ACCOGLIE LA TURCHIA?Dall'inizio della crisi siriana, nel 2011, la Turchia ha accolto circa 2,7 milioni di profughi, con un sostegno internazionale molto limitato, ricorda un report del German Marshall Fund of the United States. Anche se l'Europa accusa Ankara di essere un'autostrada per i migranti, nota lo studio, la Turchia più che un'autostrada è "una diga, che sta tracimando". La guerra civile siriana ha creato circa 5 milioni di rifugiati e 7,5 mln di profughi interni.

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