venerdì 22 luglio 2022
Calcolato fino a oltre 42 miliardi il costo dell'uscita di Londra dall'Europa. Il padrone di Ryanair Michael O' Leary chiede nuovi visti per poter impiegare lavoratori europei
La Ue ha avviato quattro nuove procedure di infrazione contro il Regno Unito che ha violato il protocollo nordirlandese

La Ue ha avviato quattro nuove procedure di infrazione contro il Regno Unito che ha violato il protocollo nordirlandese - Ansa

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È una nuova puntata nella guerra legale che vede a confronto Unione Europea e Gran Bretagna dopo che Boris Johnson, lo scorso marzo, ha sospeso, in modo unilaterale, il protocollo nord irlandese, firmato con la Ue nel dicembre 2020 e, insieme ad esso, i controlli di merci e beni dalla Gran Bretagna all'Irlanda del nord.

La Commissione Europea ha lanciato, infatti, quattro nuove procedure di infrazione contro il Regno Unito per il mancato rispetto di "parti significative" del protocollo sull'Irlanda e l'Irlanda del Nord. Londra ha due mesi per rispondere alle lettere. Passato questo tempo, la Commissione "è pronta ad adottare ulteriori misure".

Malgrado "ripetuti inviti" a Londra affinché applicasse il protocollo, questo non è avvenuto: la Commissione si è astenuta dal lanciare procedure "per oltre un anno", per creare lo "spazio" per cercare soluzioni insieme a Londra. "Siamo stati estremamente pazienti", sottolinea il portavoce capo Eric Mamer.

Tuttavia, la "non volontà" del Regno Unito di impegnarsi in "discussioni significative" e il "continuo passaggio" del protocollo nel Parlamento britannico "vanno direttamente contro questo spirito". Lo scopo delle procedure è "assicurare il rispetto del protocollo in alcune aree fondamentali" che è "essenziale" affinché l'Irlanda del Nord "continui a beneficiare di un accesso privilegiato al mercato unico europeo". Le lettere, inviate a Londra, richiedono di rimediare rapidamente e di agire per "ripristinare il rispetto" del protocollo, che è stato concordato dopo mesi di negoziati, costituendo l'ostacolo principale da superare per il ritiro del Regno Unito dall'Ue.

Insomma la Brexit continua ad essere un problema sia per il Regno Unito che per la Ue e continuano a sentirsi i suoi effetti economici negativi.

Il numero uno del colosso irlandese dei voli low cost Ryanair, Michael O'Leary, infatti, ha lanciato oggi un appello al governo del Regno Unito - dove il vettore ha, all'aeroporto di Stansted, uno dei suoi hub principali - affinché dia prova di "maggior buon senso", rispetto alla stretta migratoria post Brexit, e conceda un regime di visti semplificati per l'ingresso di cittadini europei da impiegare in settori lavorativi come quello aereo nei quali la richiesta attuale supera l'offerta garantita dai candidati britannici.

O' Leary ha definito "bizzarro" il fatto che, con le regole vigenti imposte dal governo Tory del dimissionario Boris Johnson, la sua azienda possa assumere più facilmente dipendenti "marocchini" od originari di altri Paesi extraeuropei per coprire le carenze di personale di bordo, rispetto alle limitazioni inflitte per l'ottenimento del visto di lavoro a "giovani portoghesi, italiani o slovacchi" disponibili. Ha quindi invocato soluzioni "pragmatiche" per sbloccare la situazione, almeno per i contratti stagionali necessari a superare la crisi attuale.

Ieri, intanto, stime suggerite dallo stesso governo Johnson, per bocca del numero due del Tesoro, Simon Clarke, hanno evocato un potenziale incremento dei costo complessivo del divorzio dall'Ue. Costo calcolato, finora, nel corso dei prossimi anni fino a un ammontare fra 35 e 39 miliardi di sterline a carico di Londra e al momento rivisto - salvo variazioni ulteriori dei trend economici all'insù o all'ingiù - fino a 42,5 miliardi: per effetto fra l'altro dell'impatto dell'impennata recente dell'inflazione.


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