mercoledì 18 maggio 2016
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LONDRA Gli euroscettici della Gran Bretagna mettono già le mani avanti nonostante manchino ancora sei settimane al referendum sull’appartenenza all’Unione Europea del 23 giugno. Ieri Nigel Farage, il leader del partito indipendentista Ukip, ha dichiarato che se il fronte del sì all’Ue, conosciuto come Remain, vincesse con uno scarto di pochi voti, bisognerebbe indire subito un altro referendum per far contenti i conservatori che si oppongono alle vedute del loro leader, l’europeista e primo ministro David Cameron. Potrebbe apparire come un’assurdità ma per Farage una vittoria di misura del sì sarebbe solo ed esclusivamente il risultato di una campagna elettorale che ha avuto «molti più fondi di quella che appoggia la Brexit». Sarebbe dunque una vittoria «ingiusta », ha detto, che rischierebbe di «inasprire ancora di più» i rapporti tra il moderato premier e i membri più tradizionalisti del suo partito. Sono giorni che il fronte Leave sembra disperato e disposto a sfruttare qualsiasi espediente pur di persuadere la popolazione a dire addio all’Unione Europea. Domenica scorsa l’ex sindaco di Londra e leader della campagna per la Brexit Boris Johnson è stato molto criticato per aver paragonato le politiche di Bruxelles a quelle di Adolf Hitler. Johnson, ha dichiarato ieri il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, «ha superato il limite del discorso razionale dimostrando amnesia politica ». Per Tusk, «l’unica alternativa all’Ue è il caos». Dal canto suo David Cameron ha dichiarato che il Regno Unito potrebbe trovarsi di fronte a una dura recessione se uscisse dall’Ue. Il premier ha poi sottolineato che il Daesh sarebbe felice di una eventuale Brexit e che fra i sostenitori di questa opzione c’è anche il presidente russo Vladimir Putin. © RIPRODUZIONE RISERVATA Farage: un nuovo voto se sconfitti di misura Tusk: l’alternativa all’Ue è il caos Nigel Farage (Reuters)
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