giovedì 16 giugno 2016
Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha chiesto ai britannici di non abbandonare l'Ue perché altrimenti «si aprirà un periodo di incertezza nell'Ue». Ma se la Brexit dovesse materializzarsi, «l'Ue non sarebbe in pericolo di vita».
Juncker: evitare Brexit, ma Ue non è in pericolo
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Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha chiesto agli "amici britannici" di non abbandonare l'Ue perché altrimenti «si aprirà un periodo di incertezza nell'Ue e nel mondo». Ma se la Brexit dovesse materializzarsi, «l'Ue non sarebbe in pericolo di vita e il percorso di integrazione continuerebbe, anzi verrebbe aumentato». Junker ha concluso: «Abbiamo affrontato molte crisi non ne abbiamo bisogno di un'altra». L'allarme della Banca d'Inghilterra (BoE) e della Bce Banca d'Inghilterra (BoE) ha ribadito che il referendum sull'uscita della Gran Bretagna dall'Ue rappresenta «nell'immediato il più grosso rischio» per i mercati finanziari britannici e per quelli mondiali. «Un voto per l'uscita dall'Ue - sostiene la Boe - altererebbe considerevolmente le prospettive di produzione e di inflazione e anche il quadro della politica monetaria». Il rischio Brexit pesa sulle prospettive di crescita dell'Eurozona e continua a creare pesanti turbolenze sui mercati. Dopo l'allarme di ieri della Fed, oggi è stata la Bce a mettere in guardia dal rischio di un'uscita della Gran Bretagna dall'area euro. "I rischi per le prospettive di crescita dell'area dell'euro - si legge nel bollettino mensile dell'Eurotower - restano orientati verso il basso, ma risultano più equilibrati sulla scorta delle misure di politica monetaria attuate e dello stimolo che deve ancora manifestare i suoi effetti. I rischi al ribasso sono ancora connessi all'andamento dell'economia mondiale, all'imminente referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea e ad altri rischi geopolitici". Per l'Eurozona e per l'economia globale la Bce pronostica una ripresa "moderata ma costante". I sondaggi: Brexit prima volta in testa È ondata pro-Brexit anche secondo Ipsos-Mori, il più importante istituto demoscopico britannico rimasto fino a ieri a indicare un vantaggio del fronte filo-Ue in vista del referendum del 23 giugno. La svolta arriva oggi, riferisce l'Evening Standard online, con un nuovo sondaggio telefonico che ribalta i dati e accredita allo schieramento del no all'Europa (Leave) sei punti di vantaggio su quello del si' (Remain): 53% a 47.
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