lunedì 9 gennaio 2023
La richiesta della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) ha chiesto l'immediata cessazione degli attacchi criminali contro lo Stato democratico di diritto
I vescovi brasiliani: i partecipanti siano responsabili davanti alla legge

Reuters

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La Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), attraverso i propri profili social, ha espresso la sua “preoccupazione per i gravi e violenti eventi di Brasilia”. Di fronte a questa situazione, i vescovi brasiliani chiedono “serenità, pace e l’immediata cessazione degli attacchi criminali contro lo Stato di diritto democratico”. Inoltre, chiedono che “questi attacchi siano contenuti immediatamente e che i loro organizzatori e partecipanti siano ritenuti responsabili nella misura massima della legge”, sottolineando che “i cittadini e la democrazia devono essere protetti”.

L’intervento è avvenuto in seguito all’assalto dato da migliaia di militanti “bolsonaristi”, domenica a Brasilia, alle sedi delle massime Istituzioni federali. I manifestanti hanno rotto i cordoni della Polizia e sono riusciti a entrare nelle sedi del Congresso, del palazzo presidenziale di Planalto, e della sede della Corte Suprema, danneggiando pesantemente le strutture con numerosi atti vandalici.

Il ministro della Giustizia e della Pubblica sicurezza, Flavio Dino, ha assicurato in serata (ora locale) in conferenza stampa che i palazzi del potere sono stati evacuati e posti in sicurezza e che oltre 200 persone sono state arrestate (altre fonti parlano di 400 arresti). Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva, tornato in tutta fretta a Brasilia (da San Paolo, dove si trovava domenica) ha parlato di “evento senza precedenti” nella storia del Brasile e ha accusato il predecessore Jair Bolsonaro di aver in qualche modo “incoraggiato” quelli che ha definito “vandali fascisti”. L’ex presidente, dal canto suo, da Miami, dove si trova in questi giorni, ha affermato: “Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali”. Resta l’interrogativo sull’impreparazione delle forze di polizia del Distretto federale di Brasilia. La situazione è stata riportata all’ordine dopo l’intervento delle Forze federali. Il giudice della Corte Suprema Federale Alexandre de Moraes ha ordinato la rimozione del governatore del Distretto federale di Brasilia, Ibaneis Rocha, per un periodo di 90 giorni.

Diverse organizzazioni ecclesiastiche cattoliche del Paese sono intervenute. “Non possiamo più convivere con l’odio e la violenza propagandati dall’ex Governo federale e da una minoranza di seguaci dell’ex presidente che, con spirito autoritario, cercano di imporre la loro volontà con la forza. In difesa della giustizia e della pace nella società brasiliana, invitiamo tutti gli organismi della società civile, le chiese e le altre espressioni di fede a prendere posizione in difesa della democrazia. Chiediamo anche la solidarietà e il ripudio internazionale, con veementi appelli al rispetto dell’ordine democratico”. È quanto afferma, in una nota, la Commissione Giustizia e Pace, affiliata alla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile. Secondo l’organismo, “le minacce di questi terroristi erano già note e i loro movimenti di sabato 7 gennaio a Brasilia indicavano già la possibilità degli eventi a cui stiamo assistendo in questa tragica domenica. Pertanto, i responsabili della sicurezza degli edifici pubblici e di garantire la pace a Brasilia – il governatore del Distretto Federale, il segretario della Pubblica sicurezza e il comando delle forze di sicurezza del Distretto Federale – devono essere chiamati a rispondere di questi attacchi alla democrazia e al popolo brasiliano. Per contenere la violenza e ripristinare la pace e l’ordine a Brasilia, è necessario un immediato intervento federale nel governo e nel comando delle forze di sicurezza del Distretto Federale”.

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