lunedì 18 aprile 2016
​La Camera ha approvato l'impeachment per la presidente accusata di avere truccato i conti pubblici. Scontato il sì del Senato. Lei si difende: tentano il colpo di Stato.
Brasile, al via stato d'accusa per Rousseff
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Con una maggioranza schiacciante, 367 voti a favore e 137 contrari, i deputati brasiliani hanno detto sì alla messa in stato d'accusa della presidente Dilma Rousseff.Sette deputati si sono astenuti, altri tre erano assenti. Il risultato del voto è stato accolto nell'aula del parlamento dall'inno dei tifosi dei Mondiali, cantato ad alta voce dei deputati dell'opposizione di destra. La presidente, leader del Partito dei lavoratori di Luiz Inacio Lula da Silva, è accusata di aver truccato i conti pubblici nel 2014, anno della sua rielezione, e poi nel 2015, per celare la gravità della crisi economica del suo Paese.Rousseff, che nega ogni accusa, denuncia un tentativo di colpo di stato.

I brasiliani sono divisi pro e contro la presidente Rousseff (Lapresse) La palla adesso passa al Senato che sarà chiamato a votare due volte a maggioranza semplice, sulla messa in stato d'accusa della presidente. Se favorevole, il voto dell'11 maggio sospenderà Rousseff per 6 mesi dalle sue funzioni, in attesa del verdetto finale. La presidenza, in tal caso, sarà assicurata da Michel Temer, ex alleato centrista ma ormai rivale di Rousseff. CHI È ROUSSEFF. Ex guerrigliera torturata durante la dittatura, delfina dell'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva (in carica dal 2003 al 2010), Dilma Rousseff è entrata nella storia nel 2011, prima donna a vincere le elezioni presidenziali. Rischia di finire come Fernando Collor de Mello, unico presidente brasiliano destituito, nel 1992 per corruzione. Rousseff parlerà oggi, ha annunciato il suo difensore, l'avvocato generale dell Stato José Eduardo Cardozo: "Questo voto scandaloso non l'abbatterà. Lotterà perchè ha sempre lottato, dalla dittatura alla democrazia". SCAMBI DI ACCUSE AL CONGRESSO. La seduta storica del Congresso dei deputati si è svolta in un clima tesissimo, tra insulti e spintoni, fin dall'apertura annunciata dal presidente Eduardo Cunha, indagato anche lui per corruzione, nemico giurato di Rousseff. Se i deputati di destra hanno dichiarato di voler "ripulire il Brasile dalla corruzione" e mandare a casa" un governo incompetente che ha portato il Paese alla rovina", la sinistra ha risposto dando loro delle "canaglie". Il deputato di estrema sinistra Jean Wyllys ha detto "mi vergogno di partecipare a questa farsa di elezione indiretta, gestita da un ladro (Cunha), ordita da un traditore golpista (Temer) e promossa da sporchi esecutori, analfabeti politici e venduti".

Deputati sostenitori dell'empeachment al Congresso (Lapresse) BRASILIANI DIVISI, MAXISCHERMI IN STRADA. Più di 200 milioni di brasiliani, divisi da mesi di aspro confronto, hanno seguito con il fiato sospeso la prima grande battaglia e di questa spietata guerra di potere che lacera il colosso dell'America latina, paralizzato dall'enorme scandalo di corruzione Petrobras e dalla più grave recessione dell'ultima generazione. A Brasilia, 53 mila manifestanti pro-impeachment in verde e oro e 26mila simpatizzanti della Roussseff in rosso hanno seguito il dibattito su schermi giganti sulla spianata davanti al Congresso, divisi da una grande barriera metallica. In decine di migliaia sono scesi in piazza in tutto il Paese, meno numerosi del previsto e senza incidenti.

Manifestanti pro Rousseff domenica a Brasilia (Lapresse)
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