mercoledì 10 giugno 2020
Il governo, dopo l'intervento della Corte suprema, costretto a rivelare le cifre dall'inizio dell'epidemia. Solo ieri oltre 32mila contagiati
Un paziente affetto da Covid-19 ricoverato all'ospedale Gilberto Novaes a Manaus

Un paziente affetto da Covid-19 ricoverato all'ospedale Gilberto Novaes a Manaus - Ansa

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È il Brasile, in questo momento, l'epicentro dell'epidemia nel continente americano, con cifre che paiono destinate a una progressione inarrestabile. Sono stati 1.272 i morti per il Covid-19 nelle ultime 24 ore, una cifra quasi doppia rispetto ai decessi denunciati dalle autorità mercoledì. E, dopo le pressioni dell'opposizione e l'intervento della Corte suprema, il ministero della Salute ha pubblicato il totale delle vittime per il coronavirus: 38.406 dall'inizio della pandemia. Un tragivco bilancio che pone il Brasile al terzo posto nel mondo per deceduti.

In crescita impetuosa pure i nuovi contagi che nelle ultime 24 ore sono stati 32.091, per un totale di 739.503 casi accertati.
Lo stato di San Paolo si conferma epicentro dell'epidemia con 150.138 contagi e 5.545 vittime. Il governo brasiliano ha così ripristinato sul sito del ministero della Salute tutti i dati sul numero dei casi e dei decessi da coronavirus nel Paese.
La decisione segue di poche ore l'ordine della Corte suprema brasiliana (Stf) al ministero della Sanità di riprendere la diffusione quotidiana delle statistiche relative al virus. La Corte suprema (Stf) ha stabilito in particolare che sul sito ufficiale del dicastero deve apparire anche il bilancio complessivo delle vittime. Venerdì scorso il governo di Jair Bolsonaro, con un evidente intento negazionista, aveva deciso di cambiare il criterio di conteggio dei casi di Covid-19 nel Paese, fornendo solo le cifre dei contagi e dei decessi solo delle ultime 24 ore, ma non il totale dall'inizio della pandemia. Il ministro della Sanità, Eduardo Pazuello, dopo l'intervebto della Corte suprema in seguito a una richiesta di tutti i partitii di opposizione, ha garantito l'impegno a divulgare il "100% dei dati" sul coronavirus.

L'emergenza in corso non ha, di fatto, cambiato la linea negazionista del presidente Biolsonaro che solo 48 ore fa era tornato a tuonare contro l'Oms: "Dopo essersi scusata per l'idrossiclorochina, ora l'Oms conclude che i pazienti asintomatici non hanno il potenziale per infettare altre persone. Milioni sono stati rinchiusi a casa e hanno perso il lavoro", ha affermato il capo dello Stato brasiliano.

Dopo il Brasile, nel continente latinoamericano, seguono il Perù (203.736 casi e 5.738 morti) e il Cile (142.759 casi e 2.283 morti). Fra i Paesi con più di 5.000 casi vi sono poi il Messico (120.102 casi e 14.053 morti), l'Ecuador (43.378 casi e 3.642 morti), la Colombia (40.719 casi e 1.308 morti), la Repubblica Dominicana (20.126 casi e 539 morti), l'Argentina (23.620 casi e 693 morti), Panama (16.425 casi e 393 morti), la Bolivia (13.643 casi e 465 morti), il Guatemala (7.055 casi e 252 morti) e l'Honduras (6.327 casi e 258 morti).

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