giovedì 22 novembre 2012
​La plenaria di Strasburgo si è espressa con 386 sì, 281 no e 28 astenuti. Superate le «ipoteche» poste sulla candidatura del politico nel mirino per le sue posizioni anti-abortiste e contro il divorzio. I socialisti si sono schierati con liberali, verdi e Sinistra Unitaria. Poi la frattura.
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Alla fine il drammone con suspense dell’ultim’ora si è sciolto in un lieto fine, almeno per l’interessato: in voto segreto, ieri il Parlamento Europeo riunito in plenaria a Strasburgo ha approvato con una buona maggioranza (386 sì contro 281 no e 28 astenuti) la nomina dell’attuale ministro degli Esteri maltese Tonio Borg a nuovo commissario europeo alla Salute e alla Tutela dei consumatori, al posto del connazionale John Dalli accusato di connessioni con un lobbysta. Un voto che all’improvviso, martedì sera, non era apparso più scontato, dopo che la direzione del gruppo dei socialisti e democratici aveva votato una propria posizione ufficiale contraria al maltese, schierandosi dunque con liberali, verdi e Sinistra Unitaria. A Borg il centro-sinistra (e i liberali) contestano posizioni nettamente anti-abortiste, contro il divorzio accusandolo di discriminare le coppie omosessuali. A dire il vero, nell’audizione di fronte alle tre commissioni europarlamentari competenti, la scorsa settimana a Bruxelles, Borg era apparso sicuro di sé e molto competente, rivendicando da un lato i propri valori ma assicurando che avrebbe rispettato la Carta dei valori Ue a prescindere dai propri convincimenti personali. Impegni ribaditi poi per iscritto in una lettera ai parlamentari, nella quale si è impegnato anche a combattere le discriminazioni nei confronti di persone omosessuali. Già alla vigilia si era capito che in realtà il gruppo dei socialisti europei era molto diviso, e proprio questa divisione, unita al voto segreto, hanno favorito Borg. Da soli, in effetti, i due gruppi apertamente a favore – popolari (la famiglia politica del commissario) e conservatori – non bastavano alla maggioranza di 377 voti (si fermavano infatti a 322). In realtà, la maggioranza è stata ampiamente raggiunta e superata con l’apporto di 64 voti di altri gruppi. Verdi, liberali e Sinistra Unitaria apparivano compatti nel no, dunque i voti sono giunti sia dal gruppo degli euroscettici (Epd, di cui fa parte la Lega Nord, che infatti ha votato a favore), sia soprattutto dagli stessi socialisti. A quanto si apprende, in effetti, per Borg hanno votato numerosi socialisti tedeschi e austriaci, dopo le prese di posizioni favorevoli dello stesso presidente dell’Europarlamento, il socialista Martin Schulz, ma anche del presidente del gruppo, l’austriaco Hannes Swoboda, e di quello della stessa commissione europarlamentare per la Salute, Mathias Groote. In massima parte contrari i socialisti francesi, belgi, spagnoli e nordici, divise a metà le altre nazionalità, italiani e maltesi inclusi.«Sono lieto – ha dichiarato il presidente del gruppo dei Popolari, Joseph Daul – che il buon senso abbia prevalso sui due pesi e due misure di quanti usano un meschino atteggiamento ideologico per attaccare il candidato». «Oggi – ha dichiarato anche la Ong cristiana European Dignity Watch, che aveva sostenuto fortemente Borg – sono stati confermati i principi fondamentali dell’Unione Europea: sussidiarietà, libertà di coscienza e di parola». Sul fronte opposto, il liberale britannico Chris Davies, tra i più attivi nell’opposizione a Borg, in un comunicato ha affermato che adesso, a maggioranza ottenuta, il nuovo commissario «deve stare molto attento a non permettere alle sue opinioni di frapporsi al giudizio razionale di questioni sensibili della salute e dei diritti riproduttivi».Ironicamente, Davies riconosce che «il dottor Borg ha avuto una performance molto professionale nell’audizione, non abbiamo ragioni di dubitare che sia competente e capace». Una cosa è certa: in Parlamento Borg non avrà vita troppo facile, i suoi avversari lo aspetteranno al varco.​
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