lunedì 7 maggio 2012
​In una lettera pastorale sull'ambiente i vescovi lanciano un appello al governo, che starebbe per approvare nuovi disboscamenti: "La coltivazione di coca e il disboscamento devono cessare immediatamente".
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"La coltivazione di coca e il disboscamento devono cessare immediatamente": è l'appello della Conferenza episcopale boliviana contro le piantagioni di coca e la dilagante deforestazione nel Paese sudamericano.Nelle nazioni andine la coltivazione della coca è soggetta a restrizioni. Ma da alcuni anni il presidente boliviano Evo Morales caldeggia l'espansione delle piantagioni. "Noi vescovi boliviani abbiamo voluto scrivere una lettera pastorale in difesa dell'ambiente, della giustizia e dello sviluppo", ha detto l'arcivescovo coadiutore di Santa Cruz de la Sierra, monsignor Sergio Alfredo Gualberti, incontrando una delegazione di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Il testo, intitolato: "L'universo, un dono di Dio per la vita", denuncia inoltre la grave "perdita di valori spirituali e umani e di quei principi etici e morali che sono stati e sono parte integrante della nostra identità". Monsignor Gualberti ha riferito che il governo boliviano è in procinto di approvare nuovi disboscamenti per costruire un'autostrada nel cuore di una riserva naturale. "La strada arriverebbe fino in Brasile, distruggendo gran parte dell'Isiboro Secure National Park: una regione riconosciuta ufficialmente territorio indigeno. L'inevitabile costruzione di strutture lungo il tracciato autostradale - ha spiegato monsignor Gualberti - favorirebbe poi ulteriori deforestazioni e distruzioni ambientali".
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