lunedì 28 gennaio 2013
​È spaccatura all'interno del gruppo terroristico di matrice islamica collegato ad al-Qaeda. Il capo della fazione dialogante è Abu Mohammed Abdulazeez, uno dei leader più influenti. Ma nel Paese non si fermano le violenze: domenica otto persone sono state barbaramente uccise a Borno.
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​È spaccatura in Nigeria all'interno di Boko Haram, gruppo terroristico di matrice islamica collegato ad al Qaeda. Secondo quanto riporta il sito “Premium Time”, uno dei canali privilegiati da Boko Haram per le sue comunicazioni, una fazione del gruppo ha dichiarato «il cessate il fuoco al termine di un negoziato con l'amministrazione di Borno», lo stato confederale nel nord-est della Nigeria dove Boko Haram è nato e conserva tutt'ora le principali basi operative.Il cessate il fuoco, aggiunge “Premium Times”, «è operativo dalle 15 di oggi», mentre il capo della fazione dialogante è Abu Mohammed Abdulazeez, uno dei leader più influenti nell'organigramma di Boko Haram, protagonista già in passato di tentativi di negoziato con le autorità nigeriane. Tentativi successivamente abortiti sul nascere o naufragati per il prevalere dell'ala più intransigente del gruppo, quella guidata dal leader indiscusso di Boko Haram, Abubakar Shekau. Il conflitto che oppone le forze di sicurezza nigeriane ai terroristi hanno provocato, secondo i calcoli di organizzazioni indipendenti, almeno 3mila morti negli ultimi tr anni. Malgrado gli annunci di tregua, la tensione resta alta in Nigeria e le violenze non si arrestano. Soprattutto nel nord-est della Paese, l'area del Paese dove si trovano le principali roccheforti di Boko Haram. Domenica sono state sgozzate otto persone a Borno: per la polizia locale «non è ancora chiaro il movente di questa nuova strage», anche se i primi sospetti degli inquirenti si indirizzano sui terroristi di Boko Haram. Nella scorsa settimana nel nord-est della Nigeria sono state uccise altre 23 persone: tra le vittime, venditori di carne di maiale o semplici clienti di un bar sorpresi a giocare a dama, tutte attività non consentite dai fondamentalisti islamici.
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