lunedì 6 luglio 2015
In pochi giorni 200 vittime di attentati. Ieri mattina una donna si è fatta esplodere durante la funzione religiosa. E oggi un altro attentato in una moschea: 44 morti.
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​Domenica insanguinata nel nord-est della Nigeria. Ancora una volta c'è stata una strage durante una funzione religiosa, secondo un copione che la follia omicida di Boko Haram non cessa di replicare. I morti sono cinque e la kamikaze è una donna che si è fatta esplodere in una chiesa evangelica. La Redeemed Christian Church of God, a Potiskum, la città più grande dello stato nord-orientale di Yobe, era affollata di fedeli che seguivano il rito della mattina quando la terrorista islamica si è fatta saltare in aria. Una testimone appartenente alla chiesa evangelica ha raccontato alla polizia - accorsa nell'edificio devastato - che la donna apparteneva alla stessa congregazione religiosa. Sono 200 i morti dell'ultima settimana di attentati da parte di Boko Haram, che ha dichiarato fedeltà all'Isis, e che sta seguendo alla lettera le indicazioni del Califfato di intensificare gli attacchi durante il Ramadan. Il 2 luglio un centinaio di persone in preghiera in alcune moschee del nord-est sono state massacrate. Il 3 luglio altre due donne kamikaze si sono fatte esplodere in un mercato e a un checkpoint di Maiduguri: i morti sono stati 13. E lo stesso giorno a Miringa, sempre nel nord-est, i miliziani islamici hanno sgozzato 11 persone accusandole di essere "traditori" in procinto di disertare. In 6 anni di rivolta nel nord-est della Nigeria i morti sono stati 13 mila e un milione e mezzo gli sfollati. Stamattina due bombe sono esplose in un'affollata moschea e in un ristorante frequentato da musulmani a Jos, in Nigeria, uccidendo almeno 44 persone e ferendone 67. L'ordigno è esploso nella moschea Yantaya mentre il predicatore invitava a una coesistenza pacifica tra religioni. Ancora nessuna rivendicazione, ma si sospettano gli estremisti di Boko Haram.
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