martedì 12 aprile 2016
Nel corso dell'ultimo anno almeno un attacco suicida su cinque è stato compiuto da un minore in Camerun, Nigeria e Ciad.
Boko Haram, sempre più bimbi kamikaze
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La violenza sui bambini non conosce limiti e frontiere. In Africa l'utilizzo di minori come kamikaze da parte di Boko Haram è aumentato nel corso dell'ultimo anno, con almeno un attacco suicida su cinque compiuto da un minore in Camerun, Nigeria e Ciad. Un dato terribile denuncia in un rapporto dell'Unicef, secondo cui in un anno il numero di baby-attentatori è salito di 11 volte, con 44 bambini utilizzati in attacchi suicidi nel 2014, rispetto ai quattro del 2014. I dati, diffusi in occasione del secondo anniversario del rapimento di più di 200 ragazze dalla città nigeriana di Chibok, dimostrano che i bambini sono stati utilizzati in metà degli attacchi in Camerun, in un'occasione su otto in Ciad e una su sette in Nigeria. Le ragazzine tra i 13 e i 15 anni, che spesso vengono drogate, rappresentano i tre quarti dei baby-kamikaze nel 2015. L'attentatore più giovane si crede avesse otto anni. "L'utilizzo di bambini, in particolare femmine, come attentatori suicidi è diventata una delle caratteristiche determinanti e allarmanti del conflitto", si legge nel rapporto, che aggiunge come nel 2015 ci sia stato non solo un aumento del numero complessivo di attentati suicidi, ma anche la diffusione della pratica per la prima volta oltre i confini della Nigeria. Tra la fine del 2014 e la fine dello scorso anno, il numero di tali attacchi è infatti passato da 32 a 151. Nel 2015, 89 di questi attacchi sono stati effettuati in Nigeria, 39 in Camerun, 16 in Ciad e sette in Niger. Secondo Manuel Fontaine, direttore regionale dell'Unicef per l'Africa occidentale e centrale, i bambini utilizzati in attentati suicidi non devono essere visti come combattenti volontari. "Cerchiamo di essere chiari: questi bambini sono vittime e non responsabili. Ingannarli e costringerli a compiere attacchi mortali è uno degli aspetti più orribili della violenza in Nigeria e nei paesi limitrofi", ha affermato. Ma non è tutto. L'uso da parte di Boko Haram dei bambini sta avendo un effetto sociale negativo nelle comunità, che iniziano a vederli come minacce e rifiutano il reintegro di quelli che vengono rapiti e abusati dai militanti del gruppo. In totale, nei Paesi citati nella relazione, risultano quasi 1,3 milioni di bambini sfollati, circa 1.800 scuole chiuse perché sono state danneggiate, saccheggiate, bruciate o vengono utilizzate come rifugi per gli sfollati, e più di 5.000 bambini non sono accompagnati o sono stati separati dai loro genitori. Proprio l'educazione è uno degli aspetti della vita sociale su cui ha più influito l'offensiva del gruppo terroristico. Un altro rapporto pubblicato oggi da Human Rights Watch sottolinea come il conflitto abbia lasciato quasi un milione di bambini con poco o nessun accesso all'istruzione. Dal 2009 al 2015, gli attacchi nel nordest del paese hanno distrutto più di 910 scuole e costretto alla chiusura altre 1.500 strutture. Almeno 611 insegnanti sono stati uccisi, mentre altri 19mila sono stati costretti alla fuga. Il gruppo ha rapito più di 2.000 civili, molti dei quali donne e ragazze, tra cui grandi gruppi di studenti.
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