martedì 12 marzo 2019
Anche dall'Italia la sospensione all'uso dello stesso modello del velivolo schiantatosi domenica in Etiopia. Boeing: «Subito l'aggiornamento del software»
Un Boeing 737 Max 8 fermo all'aeroporto di Singapore (Ansa)

Un Boeing 737 Max 8 fermo all'aeroporto di Singapore (Ansa)

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Una dopo l’altra continuano ad aumentare le compagnie aeree che stanno sospendendo in via precauzionale l’uso dei 737 Max 8, il modello della Boeing schiantatosi domenica in Etiopia (157 le vittime) e che aveva subito una sciagura analoga nell’ottobre scorso in Indonesia. In Europa Gran Bretagna, Norvegia, Germania e Francia hanno bloccato tutti i voli dei Boeing 737 Max 8 sul loro territorio. L'Italia segue tutti gli altri Paesi: dalle 21 di martedì sera è stato disposto lo stop operativo dei Boeing 737 Max 8 in tutta la penisola.

E infine l'agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) ha ratificato ciò che i singoli Paesi avevano già deciso: lo stop a tutti i voli del Boeing 737-8 Max e 737-9 Max in tutta Europa a partire dalle 19, come misura precauzionale,

Stamani anche la compagnia Aerolineas Argentinas ha disposto un "riposo obbligato" per i suoi cinque Boeing 737 Max 8. “Il fermo degli aerei permetterà una loro ispezione e successivamente, secondo quanto comunicherà il costruttore Boeing, si deciderà se torneranno a volare", ha precisato la compagnia argentina. Annuncio analogo a quello della compagnia indiana Jet Airways. Nelle ultime ore la sospensione è stata decisa anche dalle autorità australiane, da quelle di Oman, di Singapore e della Corea del Sud. Paesi che si aggiungono a quelli che già lunedì avevano annunciato la decisione: Cina, Indonesia, Mongolia, Isole Cayman e la stessa Etiopia.

Boeing, intanto, ha affermato che procederà ad un aggiornamento del software dell'intera flotta dei 737 Max 8. L'annuncio è arrivato poche ore dopo che Fedaral Aviation Administration statunitense ha annunciato di voler chiedere alcuni cambiamenti riguardanti l'aereo in questione entro aprile. Le scatole nere dell’aereo precipitato in Etiopia sono state ritrovate nelle ultime ore, una delle due appare danneggiata, ma nel mirino degli investigatori sembra essere finito proprio uno dei software di comando. Dalle analogie con l'incidente del 29 ottobre in Indonesia, gli esperti sembrano infatti prediligere l'ipotesi di un difetto nel software che gestisce i dati relativi al sistema di protezione dell'”inviluppo di volo”, ossia la relazione fra l'angolo di attacco dell'ala, la velocità del velivolo e il flusso di aria che lo circonda. Dati che vengono inviati direttamente ai sistemi di bordo che l'equipaggio deve saper valutare e gestire.

Poiché questo sistema di software è molto recente, l'Agenzia europea per la sicurezza del volo (Easa) e la Federal Aviation Administration degli Stati Uniti hanno raccomandato che ai piloti debbano essere date tutte le informazioni necessarie per intervenire tempestivamente. Sul terreno continua il recupero dei corpi delle vittime, compresi gli 8 italiani. L'Unità di crisi ha fatto sapere che i tempi di identificazione e riconoscimento potrebbe essere "lunghi", ma ha assicurato ai familiari che si sta lavorando con le autorità etiopi per accorciare l'attesa per riportare le salme a casa.

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