giovedì 3 settembre 2015
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Ma la vita non si arrende. Anche in mezzo alle tragedie, come questo esodo biblico dal Medio Oriente diventato terra di orrori, la vita, caparbia, vuole andare avanti. E così è sempre stato e sempre sarà. Due nascite lo dimostrano. La stazione Keleti Palyaudvar di Budapest, in questi giorni, è stata il centro focale di un dramma umano, quello dei profughi siriani in fuga da una spietata guerra, ma anche di un delicato mosaico di eventi della vita, tra i quali spicca la nascita di due bimbe. Lo racconta oggi il tabloid britannico Daily Mail. Il primo parto è avvenuto quattro giorni fa. A vedere la luce nell'austero contesto di Keleti è stata la piccola Sadan, il cui nome vuol dire "Rifugio". È nata nel sottopassaggio vicino alla stazione, dove il papà e la mamma cercavano disperatamente di salire su un treno per portare anche la vita imminente in un pezzo più sicuro d'Europa. A pochi metri di distanza, ieri, è nata la piccola Shems, che vuol dire "Luce solare" o "Speranza". Il parte è avvenuto nella stazione della metro, dopo che un'ambulanza s'è rifiutata di portare la partoriente in ospedale. Nella notte genitori e figli hanno potuto prendere un treno per la Germania, dove si augurano di ottenere le cure.
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