mercoledì 17 marzo 2021
Il presidente degli Stati Uniti: pagherà per le ingerenze nel voto Usa. Sanzioni anche alla Cina per la stretta su Hong Kong
Biden: Putin è un killer. E Mosca richiama l'ambasciatore a Washington
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Vladimir Putin è un "assassino" e "pagherà un prezzo" per le sue interferenze nelle elezioni americane. In un'intervista alla Abc, Joe Biden lancia un'accusa senza precedenti per un presidente americano contro il leader del Cremlino. Che risponde richiamando l'ambasciatore russo a Washington Anatoli Antonov "per consultazioni" sul futuro delle relazioni con gli Usa, pur assicurando di voler evitare "il loro degrado irreversibile".

"Per noi l'essenziale è determinare quali possano essere i mezzi per correggere le relazioni russo-americane, che sono in uno stato difficile e che Washington ha portato a una impasse negli ultimi anni", ha spiegato il ministero degli Esteri di Mosca, auspicando che "gli americani siano coscienti dei rischi". Un'escalation che rievoca tempi di guerra fredda.

"Lei conosce Vladimir Putin. Pensa che sia un killer?", ha chiesto a bruciapelo l'anchor George Stephanopoulos a Biden, riferendosi alle accuse e ai sospetti accavallatisi negli anni sul ruolo dello zar nell'uccisione o nell'avvelenamento di vari oppositori, l'ultimo dei quali Alexey Navalny. "Lo penso", ha risposto senza esitazione il presidente, poche ore dopo la diffusione di un rapporto dell'intelligence Usa secondo cui Putin - l'ultimo leader a mondo a congratularsi con lui per la conquista della Casa Bianca - autorizzò le operazioni di intelligence per denigrarlo durante la campagna elettorale e aiutare il suo rivale Donald Trump, minando la fiducia nel processo elettorale ed esacerbando le divisioni socio-politiche degli Stati Uniti.

Il commander in chief ha ricordato che nella sua telefonata a fine gennaio aveva già ammonito Putin su una possibile risposta americana per le interferenze nel voto ed altre azioni, come i cyber attacchi e le presunte taglie sull'uccisione di soldati americani in Afghanistan. O l'avvelenamento di Navalny, che ha già portato ad un primo round di sanzioni, estese oggi con ulteriori limitazioni all'export di materiali utilizzabili per le armi chimiche.

"Abbiamo avuto una lunga conversazione. Lo conosco relativamente bene", ha raccontato. "Io conosco te e tu conosci me. Se stabilisco che è successo, sii preparato", le sue parole a Putin.

Biden ha anche rammentato che in passato gli disse che non credeva avesse un'anima: un riferimento a quando nel 2000 l'allora presidente Goerge W. Bush raccontò di aver guardato Putin negli occhi e di avere visto la sua anima. Nonostante il suo durissimo giudizio, il presidente Usa ha sottolineato comunque che ritiene possibile lavorare con la Russia su questioni di reciproco interesse, tra cui gli accordi sugli armamenti, come dimostra la recente proroga dello Start sugli arsenali nucleari.

Il Fondo Anti-Corruzione di Navalny ha rilanciato le accuse: "Biden senza ombra di dubbio chiama Putin 'un assassino'. Perché è veramente così. Per qualcuno sarà difficile accettarlo ma il presidente della Russia è un assassino. A tutti quelli che dubitano, fategli vedere il nostro video su come Putin ha cercato di uccidere Alexey Navalny".

Ma il presidente della Duma Viaceslav Volodin ha subito replicato furiosamente che "Biden ha insultato i russi" e che i suoi attacchi a Putin "sono attacchi contro il nostro Paese".

Nell'intervista Biden ha inoltre messo in discussione l'accordo "poco solido" negoziato da Trump con i talebani e la data del primo maggio per il ritiro delle truppe Usa dall'Afghanistan, spiegando che sta prendendo una decisione consultandosi con gli alleati e con il governo di Kabul. Ma i talebani hanno minacciato che se i soldati americani non se ne andranno entro la data stabilita, "per qualsiasi ragione o pretesto, saranno responsabili delle conseguenze".

Il presidente americano non ha fatto sconti neppure a Pechino e ha allargato le sanzioni a 24 dirigenti cinesi e della sicurezza a Hong Kong per l'ulteriore stretta sull'ex colonia britannica, vietando alle banche straniere di fare affari con loro. Una mossa che arriva alla vigilia del primo incontro di alto livello col Dragone in Alaska, dove domani il segretario di Stato Antony Blinken - insieme al consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan - vedrà i capi della diplomazia cinese.

E dopo la missione dello stesso Blinken con il capo del Pentagono Lloyd Austin in Asia per rassicurare e compattare alleati chiave come il Giappone e la Corea del Sud nel tentativo di frenare la crescente ascesa di Pechino.

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