venerdì 4 febbraio 2022
Marc Zuckerberg in un solo giorno arriva a perdere fino a 200 miliardi in Borsa, mentre Jeff Bezos non riesce far abbattere un ponte che impedisce il passaggio del suo nuovo yacht in Olanda
Anche i «tanto ricchi» perdono (a volte). Ma sanno consolarsi
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Come è difficile vincere facile e sempre. Anche se sei miliardario, anche se governi le opinioni o i duelli sgrammaticati dei social, o se movimenti più merci su e giù per il mondo con i volumi di un intero Stato di rilevanti dimensioni. I due protagonisti sono, (perché le cronache di queste ore li hanno eletti tali), Marc Zuckerberg e Jeff Bezos.

Il primo ha subito una costosa lavata di capo a Wall Street e ha visto crollare in un botto solo di un quarto del valore la sua magmatica e (per molti detrattori) inquietante creatura: Meta. La casa madre di Facebook, Instagram, Whatsapp e Messenger, ha bruciato oltre 200 miliardi di dollari all'apertura di Wall Street (-24%) dopo il calo dei profitti nella quarta trimestrale 2021 e la perdita di un milioni di utenti di Fb (la prima in 18 anni), nonché le deludenti previsioni per l'anno in corso. Il colosso digitale di Zuckerberg ha chiuso gli ultimi tre mesi dell'anno scorso con ricavi per 33,67 miliardi di dollari (contro i 28,07 miliardi di un anno prima e in linea con le sue previsioni) ma ha registrato un utile netto di 10,29 miliardi di dollari (-8%), sotto le attese degli analisti. Per il trimestre in corso Meta prevede invece ricavi tra i 27 e i 29 miliardi di dollari, mentre gli analisti si attendevano una cifra intorno ai 34-35 miliardi: si tratterebbe della crescita più debole della sua storia. Risultati che avevano fatto perdere al titolo oltre il 20% nelle contrattazioni after-hours. Ma che l'indomani hanno avuto l'effetto di un terremoto in Borsa, polverizzando in una seduta circa 215 miliardi di dollari di capitalizzazione, una delle più grandi perdite nella storia di Wall Street (comparabile all'economia della Nuova Zelanda), e deprimendo anche il Nasdaq (sotto il 2%). Zuckerberg, la cui fortuna è stimata in 113 miliardi di dollari, ha subito un colpo pesante, perdendo virtualmente circa 28 miliardi di dollari.
I vertici di Meta ritengono che la causa principale della brusca frenata sia la nuova policy inaugurata lo scorso aprile da Apple, che ha modificato il software degli iPhone per chiedere agli utenti se vogliono essere tracciati. Gran parte risponde no, impedendo a Meta la vendita di pubblicità personalizzata in funzione dei gusti e delle abitudini dei consumatori, che finora aveva fatto la fortuna della società. Il capo delle operazioni finanziarie David Wehner ha stimato che il cambio di policy Apple costerà più di 10 miliardi di dollari in mancate vendite nel 2022, pari a circa l'8% del totale dei ricavi dello scorso anno. La nuova privacy varata da Tim Cook ha penalizzato anche altre compagnie, come Spotify (che ha perso 44,6 milioni di dollari nel quarto trimestre) e alcune società di videogame come Zynga, ma non Twitter, che non basa il suo businness sulla pubblicità mirata. E neppure Google, che secondo Wehner godrebbe di un trattamento diverso da Apple. Il resto l’ha fatto la Cina e TikTok a caccia di avidi frequentatori delle chat.

Quasi allo stesso tempo, nell’Olanda permissivista ma rigida quando si tratta di distinguere tra il bene e il male, tra il bianco e il nero, l’altro «tanto ricco» per fare il verso (Meta) Checco Zalone si è invece “scornato” con le autorità della città-porto più importante del mondo: Rotterdam. Il Comune ha infatti innestato la marcia indietro e fatto sapere non solo di non aver ancora preso alcuna decisione in merito all'iconico ponte Koningshavenbrug, ma che non è nemmeno arrivata alcuna richiesta per smontarlo in modo da consentire il passaggio del nuovo mega yacht dell'ex amministratore delegato di Amazon, Jeff Bezos. La notizia segue le dichiarazioni di un portavoce, mercoledì, secondo cui il Comune aveva risposto favorevolmente alla richiesta dei cantieri navali Oceanco di smantellare temporaneamente il De Hef: Un «sì» che aveva suscitato forti critiche, anche sui social gestiti dall’altro «tanto ricco» Zucherberg (ironia della sorte).
«Trovo il trambusto abbastanza peculiare. Nessuna decisione è stata ancora presa, nemmeno una richiesta di permesso» per smontare il ponte, ha affermato ieri sera il sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb, citato dal quotidiano Algemeen Dagblad. La dichiarazione del sindaco, che attualmente si trova in Colombia per colloqui sulla lotta al narcotraffico, è stata confermata dal suo portavoce. Lo yacht è in costruzione ad Alblasserdam, vicino a Rotterdam, e per raggiungere il mare dovrà passare sotto il Koningshavenbrug, un ponte risalente al 1878, riparato dopo essere stato bombardato nel 1940, durante la Seconda guerra mondiale.

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