mercoledì 11 maggio 2011
Il cardinale incontra il ministro: mappare le zone a rischio. «Significative convergenze» nel vertice tra il Segretario di Stato vaticano e il capo della Farnesina. Riferimenti all’azione europea in difesa della libertà di religione. Prese in esame, in più di un’ora di colloqui, le situazioni delle minoranze in Pakistan, Egitto, Nigeria, Eritrea, Siria, Libano e Iraq.
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Una “mappatura” mondiale delle situazioni a rischio intolleranze religiose. Con un particolare focus per quanto riguarda i cristiani, anche alla luce dell’escalation delle violenze degli ultimi tempi. È questo uno dei punti messi in agenda durante un incontro avvenuto ieri mattina nella prima loggia del Palazzo apostolico vaticano tra il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Benedetto XVI, e il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini.L’incontro, inedito nel suo genere, è durato complessivamente più di un’ora. E si svolto in due tempi. Quindici minuti circa di colloquio personale tra il porporato e il titolare della Farnesina seguiti da tre quarti d’ora di «approfondito scambio di vedute» cui hanno preso parte anche monsignor Ettore Balestrero, “vice-ministro degli Esteri" vaticano e i diplomatici Pasquale Terracciano, capo di gabinetto di Frattini, e Francesco Maria Greco ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede.Secondo quanto riportato dall’Ansa> Frattini avrebbe anche assicurato la disponibilità ad aiutare quelle comunità cristiane in cui si registrano le maggiori criticità, anche con iniziative di sostegno ed una maggiore integrazione. Mentre da parte vaticana il cardinale Bertone avrebbe espresso il proprio apprezzamento personale per il lavoro svolto da Frattini per la protezione dei cristiani nel mondo, sia attraverso l’attenzione dimostrata al problema sia per il lavoro condotto in seno al Consiglio d’Europa in materia di diritti umani e contro le intolleranze religiose. E anche attraverso i tanti incontri con i Nunzi apostolici in occasione delle missioni estere del responsabile della Farnesina.Il colloquio è stato «molto cordiale» e ha fatto registrare «significative convergenze», confermano ad Avvenire autorevoli fonti delle due delegazioni. Tra le situazioni concrete prese in esame ci sono quelle in Pakistan, Egitto, Nigeria, Eritrea, Siria, Libano e Iraq. Non sono mancati scambi di vedute sulla crisi libica e anche sullo scenario israelo-palestinese, in particolare alla luce dell’imminente viaggio che porterà il presidente Giorgio Napolitano e Frattini in Israele.Non sono mancati riferimenti all’azione delle Comunità europee in difesa della libertà di religione. E neanche all’importante ruolo “ponte” che l’Italia potrà giocare, anche in occasione dei festeggiamenti previsti il prossimo 2 giugno a Roma per il 150° della Repubblica, verso Paesi, pure importanti, che non hanno ancora rapporti diplomatici con la Santa Sede.Da segnalare poi quanto ribadito dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del pontificio Consiglio per il dialogo inter-religioso, durante un recente viaggio in Bangladesh, e riportato ieri dall’Osservatore Romano: «È oltraggioso attaccare delle persone mentre sono raccolte in preghiera. Azioni così possono solo essere considerate un affronto a Dio stesso. E non hanno nulla a che fare con la religione».
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