venerdì 24 giugno 2022
Altra batosta per il premier dei Tory, sempre più in difficoltà ma impegnato ieri in Ruanda per accelerare le deportazioni dei migranti. I collegi di Wakefield e Tiverton e Honiton a libdem e labour
Il premier britannico Boris Johnson in un a scuola a Kigali

Il premier britannico Boris Johnson in un a scuola a Kigali - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

Il primo risultato della batosta elettorale britannica è stato l’addio del presidente dei Tory che da un quarto di secolo detenevano uno dei due seggi persi alle suppletive di ieri. Il presidente dei conservatori ha lasciato oggi, sbattendo la porta: «Qualcuno deve assumersi la responsabilità e ho concluso che, in queste circostanze, non sarebbe giusto per me rimanere in carica», ha scritto Oliver Dowden in una lettera di dimissioni al premier britannico e leader dei Tory Boris Johnson che si trova in Ruanda dopo aver lasciato giovedì alle sue spalle il secondo giorno di sciopero generale dei trasporti, un sempre più crescente malumore anche dentro il partito e la certezza della sconfitta elettorale. Perché ieri i conservatori hanno perso il seggio di deputato alla Camera dei Comuni di Tiverton e Honiton, che è andato ai liberaldemocratici centristi, mentre il seggio nel collegio elettorale di Wakefield (nord dell'Inghilterra) è andato al Partito Laburista. I seggi erano rimasti vacanti dopo le dimissioni di due parlamentari travolti da altrettanti scandali a sfondo sessuale.

Il premier britannico Boris Johnson a Kigali con il presidente ruandese Paul Kagame

Il premier britannico Boris Johnson a Kigali con il presidente ruandese Paul Kagame - Reuters


A Tiverton e Honiton, nel Devon, al sud dell'Inghilterra, i liberaldemocratici hanno ribaltato una maggioranza di oltre 24.000 voti dei conservatori, aggiudicandosi il seggio che era detenuto dai Tories fin dalla sua creazione, 25 anni fa. I liberaldemocratici e il loro candidato Richard Foord hanno ottenuto 22.537 voti, mentre i conservatori sono arrivati secondi con 16.393 voti. Nell’altro seggio perso da Johnson, quello di Wakefield, la vittoria laburista era invece più attesa e prevista ampiamente nei sondaggi. I laburisti infatti avevano sempre tenuto il seggio prima delle elezioni del 2019, ma la maggioranza di 4.925 voti per Simon Lightwood contro Nadeem Ahmed dei conservatori è considerata come una spinta importante per i labuirusti nella battaglia per riconquistare i seggi del «muro rosso», devastato nell’ultima consultazione nazionale prima degli scandali che travolgessero Johnson e la sua gestione «leggera» e «incosciente» (sono i giudizi espressi da mebri del suo stesso partito) della pandemia da Covid.

Lo spoglio delle suppletive: i due seggi sono andati a libdem e laburisti

Lo spoglio delle suppletive: i due seggi sono andati a libdem e laburisti - Reuters

A caldo, poco dopo la pubblicazione dei risultati, Il premier britannico, Boris Johnson, ha di nuovo promesso di “ascoltare» gli elettori dopo le amare sconfitte, ma allo stesso tempo si è detto determinato a «continuare», escludendo le sue
dimissioni. «Devo ascoltare quello che dicono le persone», ha ribatturo Boris Johnson in un'intervista dal Ruanda dove
partecipa a un vertice del Commonwealth, aggiungendo: «Continueremo, rispondendo alle preoccupazioni della gente".
"Dobbiamo riconoscere che c'è ancora molto che dobbiamo fare e lo faremo sicuramente», ha aggiunto.

Domani, intanto, si replica con la terza giornata di sciopero, mentre a luglio scenderà in campo anche il personale della British Airways rendendo l’aria e il clima politico e sociale britannico a dir poco irrespirabili per Boris Johnson che resta aggrappato alla maniglia della porta al numero 10 di Downing Street, rinviando di giorno in giorno la resa dei conti nel partito conservatore dopo il fallito voto di sfiducia sul Partygate a Westminster. Formazione, quella dei laburisti, in crollo verticale di consensi, ma che per il momento sopravvive mantenendosi a galla davanti alla «poca consistenza» e reattività davanti al vantaggio possibile per i labour e per il loro leader Keir Starmer.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: