mercoledì 18 maggio 2016
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BAGHDAD È di oltre 70 morti il bilancio, ancora provvisorio, della raffica di attentati terroristici rivendicati dal Daesh che ieri hanno investito in particolare i quartieri sciiti di Baghdad. Due attentati nel distretto sciita di Sadr City, nella parte settentrionale della capitale irachena, hanno portato il bilancio totale delle vittime ad almeno 71 persone. In un attacco nella cosiddetta piazza 55 di Sadr City sono morte 36 persone e ne sono rimaste ferite 51. Un doppio attentato in un mercato nel distretto settentrionale di Shaab, pure rivendicato dagli uomini del Califfato, ha ucciso almeno 28 persone intorno a mezzogiorno. L’attacco, secondo quanto riferito dalle forze di polizia irachene, è iniziato con l’esplosione di un ordigno improvvisato al di fuori del mercato, nel quartiere settentrionale di Baghdad, dopo di che una donna imbottita di esplosivo si è fatta saltare in aria nel luogo dell’esplosione. In un altro attacco, invece, avvenuto nel quartiere di Habbibiya, sono morte 4 persone e ne sono rimaste ferite 10. Le autorità hanno arrestato anche un aspirante kamikaze nel mercato di Sadr City. La “Provincia di Baghdad”, cellula del Daesh, ha rivendicato l’attentato che ha colpito il quartiere al-Shaab di Baghdad: in una nota l’organizzazione sostiene di aver ucciso 45 membri della Mobilitazione Popolare, forza paramilitare anti-Daesh, e di averne feriti 70. Ma il portavoce del Pentagono, Peter Cook, ha affermato che in Iraq il Daesh «ha perso il 45% dei territori che controllava » mentre in Siria il Califfato «ha ceduto una percentuale di territorio che va dal 16% al 20%». Si tratta di valori maggiori rispetto a quanto stimato precedentemente dal Dipartimento della Difesa, secondo cui lo Stato Islamico avrebbe perso il 40% di controllo in Iraq e il 10% in Siria. L’attacco nel quartiere di Sadr City (Epa)
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