martedì 20 gennaio 2015
Ha compiuto un anno il bambino con sindrome di Down nato da una madre surrogata in Thailandia per conto di genitori australiani che non l'avevano portato con sé nel proprio Paese.
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La sua storia aveva commosso il mondo. «Baby Gammy», il bambino con sindrome di Down nato da una madre surrogata in Thailandia per conto di genitori australiani che non l'avevano portato con sé nel proprio Paese, è diventato cittadino australiano. Lo rivelano oggi i media nazionali, nell'ultimo sviluppo di un caso che ha portato alla messa al bando della pratica degli "uteri in affitto" in Thailandia. Gammy, che in dicembre ha compiuto un anno, ha ricevuto la cittadinanza australiana in seguito alla richiesta della madre surrogata Pattaramon Chanbua, che ha tenuto con sé il bambino dopo che i coniugi Farnell erano tornati in Australia solo con la gemellina nata sana. Il bambino, che soffre anche di una malformazione cardiaca congenita, potrà ora beneficiare di tutti i servizi australiani, tra cui la sanità. Avrà anche diritto a richiedere un passaporto australiano.Il caso di Gammy era emerso la scorsa estate, quando la madre surrogata raccontò di essersi tenuta il bambino dopo che la coppia australiana non l'aveva voluto a causa della sua disabilità, per di più chiedendole di abortire. Successivamente, i Farnell avevano negato l'accusa, ma dall'Australia era emerso un passato di condanne per pedofilia contro il padre di Gammy.    La storia del piccolo aveva commosso il mondo intero, dando il via a una campagna di raccolta fondi che si è conclusa mettendo insieme 240mila dollari australiani (170mila euro). Il caso di Gammy, assieme a quello di 13 bambini nati dallo stesso padre australiano tramite madri surrogate thailandesi, ha portato il Parlamento di Bangkok a mettere al bando la pratica degli 'uteri in affitto', che vedeva nella Thailandia uno dei leader mondiali.
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