sabato 3 dicembre 2016
Testa a testa fra Van der Bellen e Hofer. Elettorato spaccato a metà, dopo l'annullamento dell'esito del ballottaggio di maggio che aveva visto il verde avanti per un pugno di voti
Manifesti elettorali di Hofer (a sinistra) della destra nazional-liberale e di Var der Bellen (a destra) intellettuale della sinistra moderata candidato per il partito ambientalista, (foto Ansa)

Manifesti elettorali di Hofer (a sinistra) della destra nazional-liberale e di Var der Bellen (a destra) intellettuale della sinistra moderata candidato per il partito ambientalista, (foto Ansa)

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Alla fine, dopo praticamente un anno di campagna elettorale, hanno messo da parte i guanti di velluto. E si sono scontrati, come mai prima d’ora. La stanchezza si vede sui volti di Norbert Hofer, il liberal-nazionale, e Alexander Van der Bellen, l’ex verde ora indipendente, arrivati allo sprint finale (si spera) di queste clamorose elezioni presidenziali austriache.

Domani dovrebbe essere la parola fine, dopo l’annullamento del ballottaggio del 22 maggio – che aveva visto Van der Bellen vincere per 32.000 voti – da parte della Corte costituzionale su ricorso dell’estrema destra. Sei milioni e mezzo di elettori dovranno decidere se l’Austria vedrà il primo capo di Stato dell’estrema destra in Europa, sarebbe una nuova puntata dell’incredibile “rivoluzione” del 2016. Hofer fa tremare l’Europa, la sua vittoria rinsalderebbe il fronte dei popu-listi già galvanizzato da Brexit e Donald Trump. «Ovviamente – ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervistato dalla Cnn – sarebbe una prospettiva molto negativa».

I due candidati dividono il Paese praticamente in parti eguali, la vittoria sarà data dal centro. Non contano più gli argomenti sviscerati fino alla noia, ma le emozioni, i toni, gli attacchi. Giovedì sera alla televisione pubblica i due hanno smesso i toni paludati , per suonarsele (metaforicamente) di santa ragione. Van der Bellen ha lanciato il primo assalto denunciando l’attacco dei liberal-nazionali contro il padre, definito «nazista» (completamente falso). «Era un uomo vero» tuona il professore. Hofer deve scusarsi, «un errore», ma poi attacca l’avversario definendolo «comunista vicino a Fidel Castro», e accusandolo di aver fatto la «spia» per i sovietici (accusa già smontata nel 2001). «È la cosa più miserabile che abbia mai visto» replica Van der Bellen. Che poi schernisce Hofer, quando questi dichiara di non esser «mai stato contro l’Europa». Van der Bellen tira fuori una bella foto di Hofer che fa il baciamano a Marine Le Pen, la leader del Front National. «Menzogne, solo menzogne» urla il liberal-nazionale.

I commentatori affermeranno che Hofer ha saputo suscitare più emozioni, ma è apparso troppo autoritario, Van der Bellen troppo professorale e tecnico. Ieri mattina, all’ultimo comizio dei liberalnazionali a Vienna, è toccato nientemeno che al virulento leader liberal-nazionale Heinz-Christian Strache cercare di ridare un quadro più «tranquillo».

«Siamo un partito positivo – dice – non ci interessa ciò che parla a sfavore degli altri candidati». Hofer ha lanciato i suoi ultimi appelli, «dobbiamo tornare ad esser orgogliosi di essere austriaci», grida, sulle note dell’inno nazionale. Soprattutto, tuona, «sono i politici che devono esser sostituiti, non il popolo. Saranno benvenuti solo gli immigrati che ci servono!». Oggi, intanto, grande manifestazione nel centro di Vienna dell’estrema sinistra, il titolo la dice tutta: «F...k Hofer».

Per Van Der Bellen si sono schierati vari big, a cominciare dall’ultimo presidente austriaco Heinz Fischer, ma anche la prestigiosa ex presidente della Corte suprema Irmgard Griss, conservatrice, giunta terza al primo turno.

Ma la partita resta apertissima, i sondaggisti ritengono che la situazione è identica a maggio, anche se si sono aggiunti 17.000 nuovi elettori (giovanissimi). Decisivi saranno gli elettori dei due partiti tradizionali, popolari e socialisti. L’impressione però è che già si prepari il grande «accomodamento» con Strache, dato vincente – soprattutto con Hofer presidente – alle prossime politiche, che in teoria sarebbero nell’autunno del 2018, ma potrebbero esser anticipate alla primavera o all’estate 2017. Così il capogruppo dei Popolari al Nationalrat (il Parlamento) Reinhold Lopatka si è già apertamente schierato per Hofer, facendo infuriare il capo del partito Reinhold Mitterlehner.

Secondo i media, anche la grande stella nascente dei popolari, il giovanissimo ministro degli Esteri Sebastian Kurz, sarebbe per Hofer. Si agitano, però, anche i socialdemocratici: ha colpito, una decina di giorni fa, un incontro televisivo cin cui si è visto il cancelliere Christian Kern scambiarsi gentilezze e cordialità con Strache. Per la prima volta nella storia, i socialdemocratici rifiutano di escludere una possibile coalizione con i liberal-nazionali (come già accade nel Burgenland di Hofer). Uno “sdoganamento” per Strache che potrebbe spingere a superare le ultime reticenze a votare Hofer. Lunedì sapremo.

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