sabato 23 novembre 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
“Quello che pensi di aver capito è solo una minima parte di ciò che sta accadendo”. Claudia Ceniti, dell’associazione “Il Cuore in Siria”, ha negli occhi le sofferenze, lo smarrimento, la disperazione di tanti dei circa 60.000 profughi siriani che ha appena incontrato ai piedi della collina di Reyanli, confine turco-siriano. La scorsa settimana la sua associazione è riuscita a fare arrivare ad Aleppo un’ambulanza carica di attrezzature ospedaliere e farmaci. Sembra una goccia nel mare: “A Reyanli – racconta Ceniti, funzionario del Credito Bergamasco – ogni giorno migliaia di persone tentano di attraversare il confine per entrare in Turchia”. Ma la situazione di questo sconfinato campo profughi è al collasso. “Intere famiglie con bimbi vivono in ex negozi di 20 metri quadrati senza servizi igienici, malati e rassegnati a una vita di stenti. Altre famiglie – aggiunge – trovano riparo all’interno di case in costruzione, solo con la struttura portante, senza finestre né porte né acqua né luce”. Siem, Chaimaa, Ammed, Fatima, Ele, Salee, Nour, Maha e tanti altri dei bambini sistemati alla meglio in questa specie di landa disperata senza futuro, soffrono di infezioni, malattie respiratorie, problemi gastrointestinali. A tutto ciò si aggiunge il dramma psicologico che li segnerà per la vita. La visita a una vecchia palazzina del campo, ribattezzata “casa di ricovero”, serve a toccare con mano gli effetti più diretti del conflitto: qui sono “assistiti” i giovani gravemente feriti nel corso dei combattimenti. “A molti di loro – riprende Claudia – basterebbe un intervento chirurgico per guarire ma non ci sono ospedali né medici”. La situazione migliora un po’ sul fronte dell’istruzione. Si stanno allestendo scuole per i bambini siriani con insegnanti madrelingua. Una immagine, tra tutte, resterà scolpita in Claudia: “Tante mamme attiravano la mia attenzione ma con una mi sono soffermata. Ha deciso di farsi chiamare la 'mamma dei martiri'. Ha perso due figli in guerra, uno di 14 e l’altro di 18 anni. Il marito è al fronte. Lei lo aspetta con l’unico figlio che le è rimasto, un bimbo di 5 anni. Prendendo un telefonino mi ha fatto vedere le ultime immagini di suo figlio agonizzante, pochi attimi prima di morire. Mi ha confidato che se non avesse avuto un bimbo piccolo sarebbe andata a combattere”.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: