martedì 7 febbraio 2017
È accaduto nella città di Bocaranga. Saccheggiata anche la parrocchia dei cappuccini. Scontri nel Sud del Paese
Macerie a Bangui, la capitale della Repubblica Centrafrica

Macerie a Bangui, la capitale della Repubblica Centrafrica

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Sono sempre più preoccupanti le notizie provenienti dalla Repubblica centrafricana, teatro durante i giorni scorsi di nuove violenze in varie parti del Paese. Almeno 18 persone, rivela Fides, hanno infatti perso la vita in seguito agli attacchi di vari gruppi di insorti.

I ribelli sono entrati nella cittadina sparando e incendiando case e negozi», hanno dichiarato sabato i sacerdoti della missione cappuccina a Bocaranga, località di 15mila abitanti nel nord-ovest del territorio centrafricano, presa di mira giovedì scorso, il 2 febbraio. «Circa 200 persone, soprattutto donne e bambini, si sono rifugiati nella casa delle suore della Carità. Altre, invece – continuano i religiosi –, erano all’interno della missione mentre i ribelli tentavano di aprire il cancello. Nel panico generale la gente ha cominciato a fuggire verso la bo- scaglia». Secondo diversi testimoni uno dei gruppi aggressori era il 'Retour, Réclamation et Réhabilitation', più comunemente conosciuto come '3R', formato da miliziani della popolazione dei fulani. Poco dopo si sono aggiunti anche gli 'anti-balaka', le milizie di autodifesa in maggioranza cristiane.

Gli insorti hanno ucciso e rubato quello che trovavano sul loro cammino come computer, soldi e veicoli. Altri gravi episodi di violenze si sono invece registrati durante gli stessi giorni nel centro e nell’est del Paese. I miliziani del Fronte popolare per la rinascita del Centrafrica (Fprc) si sono scontrati con il Movimento per l’unità e la pace in Centrafrica (Upc), due gruppi armati che erano un tempo alleati dell’ex coalizione ribelle a maggioranza musulmana della Selekà. Non si hanno però ancora notizie certe riguardo al numero di vittime e feriti nelle province di Oaka e Haute Kotto. «È imperioso che cessino questi combattimenti durati troppo a lungo a danno soprattutto della popolazione civile », ha dichiarato Parfait Onanga-Anyanga, capo della Missione Onu in Centrafrica (Minusca) incapace sinora di gestire in modo soddisfacente la crisi. Con l’inizio nel 2012 di quest’ultimo conflitto civile, metà dei 4,6 milioni di Centrafricani sono ora sfollati all’interno del Paese o si sono rifugiati negli Stati limitrofi.

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