giovedì 6 dicembre 2012
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I DI LUCA GERONICO l regime pare aver le ore contate, e si rinnovano i rumors di un possibile esilio del presidente Bashar al-Assad in America Latina, nel caso in cui fosse costretto alla fuga da Damasco. Lo ha ri­velato ieri il quotidiano israeliano Haa­retz , secondo cui il vice ministro degli E­steri siriano, Faisal al-Miqdad, la scorsa settimana avrebbe avuto dei colloqui a Cuba, in Venezuela ed Ecuador e conse­gnato ai leader locali alcune lettere di As­sad. Il quotidiano venezuelano El Universal , ha confermato la consegna di una lette­ra del presidente siriano a Hugo Chavez, senza tuttavia precisarne il contenuto. Incertezza sul futuro del rais, mentre in Siria si continua a combattere: scontri tra ribelli e forze governative siriane sono ri­presi ieri mattina nel sud del Paese vici­no ai confini con Giordania e Israele. Lo riferiscono i Comitati locali di coordina­mento (Lcc) dell’opposizione: colpi di mortaio sono caduti sulle località di Baer Ajam e Briqa, non lontano dalla linea di demarcazione con le Alture del Golan do­ve sono morti 7 civili, mentre altri 7 mor­ti si sono registrati ad Aleppo. Inoltre l’E­sercito libero siriano (Els) ha dichiarato di aver preso il controllo dell’aeroporto militare di Aqraba, la più importante in­stallazione militare nei dintorni di Da­masco. Un raid che il regime a sera ha smentito. Scontri e altre 6 vittime pure oltre confine a Tripoli, in Libano, fra so­stenitori e oppositori di Assad. Intanto non cala la tensione internazio­nale: dopo gli ammonimenti giunti mar­tedì dal segretario generale della Nato Ra­smussen – la «reazione della comunità internazionale sarà immediata» nel caso dell’uso di armi chimiche da parte siria­na – che ha dato il via libera allo schiera­mento di Patriot dell’Alleanza sul confi­ne turco. Ieri l’affondo di Davutoglu: la Siria dispone di 700 missili di cui Ankara conosce esattamente la collocazione. Quanto allo schieramento di missili Pa­triot, Davutoglu ha spiegato che si tratta di una misura cautelativa. Tuttavia, intervenendo a una riunione ministeriale della Nato, il segretario di Stato Hillary Clinton ha precisato che gli Usa temono che un Assad «disperato» possa utilizzare le armi chimiche o per­dere il controllo su di esse. Una preoccu­pazione condivisa pur dall’Italia che ha stanziato 1,5 milioni di euro per la crisi umanitaria. Le sofferenze inferte dalla popolazione civile sono del tutto «inac­cettabili » mentre l’Italia è impegnata «nel processo di consolidamento della oppo­sizione siriana». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il presidente siriano Bashar al-Assad (Ansa)
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