martedì 10 gennaio 2012
​Arroccato da mesi nel palazzo presidenziale, il presidente siriano Bashar el-Assad è tornato oggi a parlare alla nazione. «Se i siriani resisteranno, la vittoria è vicina", ha detto, attaccando i media e la Lega Araba.
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Arroccato da mesi nel palazzo presidenziale, il presidente siriano Bashar el-Assad è tornato oggi a parlare alla nazione. È il terzo discorso da quando è iniziata la gravissima crisi in Siria; ma i due primi, a marzo e a giugno, avevano lasciato più di un deluso: il presidente siriano aveva offerto troppo poco (e in ritardo) alle richieste dell'opposizione.Stavolta Assad ha detto che la rivolta gli ha lasciato "una pesante cicatrice nel cuore" ma che "non abbandonerà il popolo", di cui ha il sostegno; ha chiesto unità nazionale e puntato l'indice conto i "mercanti di guerra", in particolare la comunità internazionale che starebbe orchestrando una campagna per destabilizzare il Paese.

Se i siriani resisteranno, la "vittoria è vicina", ha detto Assad, che poi ha attaccato la Lega Araba, sostenendo di aver invitato egli stesso gli osservatori in Siria e accusandola di ipocrisia per i suoi appelli alle riforme nel Paese: "È come un dottore che consiglia il paziente di non fumare mentre ha una sigaretta in bocca". Assad ha aggiunto che la Lega Araba non sa nulla di democrazia e che è uno specchio del fallimento nel mondo arabo: "Da un pezzo, la Lega ha i giorni contati".

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