martedì 16 febbraio 2021
L'attivista per l'ambiente è stata arrestata a Bangalore per un tweet che inneggiava alla protesta contro la legge sull'agricoltura. Mandato d'arresto per altri due
Cartelloni per la liberazione di Disha Ravi

Cartelloni per la liberazione di Disha Ravi - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

Accusata di eversione, è da ieri agli arresti in India l’ambientalista 22enne Disha Ravi. Colpevole, secondo le autorità, di avere contribuito alla circolazione di un tweet diffuso il 4 febbraio da una organizzazione indiana e rivolto ai contadini che da molte settimane assediano la capitale chiedendo la cancellazione di recenti modifiche alla legislazione sulla commercializzazione dei prodotti agricoli.

Immediatamente dopo la diffusione del messaggio contenente indicazioni operative su come condurre la protesta, la polizia aveva aperto formalmente un’indagine considerandone eversivo il contenuto, da molti messo in relazione a un altro tweet inviato poche ore prima da Greta Thurnberg in sostegno delle ragioni della protesta. Le autorità hanno successivamente smentito che l’attivista svedese sia espressamente coinvolta nelle indagini ma hanno avviato una operazione repressiva verso noti ambientalisti locali.

Successivamente all’arresto di Disha, fermata dalla polizia di Delhi nella sua città di Bangalore, altri due attivisti (Nikita Jacobs e Shantanu Muluk, parte del gruppo Extinction Rebellion con sede a Mumbai) hanno chiesto assistenza legale dopo che la polizia ha emesso anche nei loro confronti un mandato d’arresto per lo stesso capo d’imputazione che non prevede la libertà su cauzione. La Muluk è al momento irreperibile.

Manifestanti chiedono la liberazione di Disha Ravi

Manifestanti chiedono la liberazione di Disha Ravi - Ansa

Due le motivazioni che potrebbero avere spinto le autorità al giro di vite contro gli ambientalisti.

La prima, il contenuto del tweet, messo sotto accusa anche dal ministero degli Esteri indiano; la seconda, i presunti collegamenti tra ambienti dell’attivismo ecologista indiano e la Justice Foundation, movimento con base in Canada e che per gli inquirenti sosterrebbe il movimento del Khalistan, ovvero della creazione di uno stato indipendente nelle aree a maggioranza o con forte presenza Sikh, comunità storicamente insediata nel Punjab, oggi – per la parte rimasta all’India dopo la separazione dal Pakistan nel 1947 - diviso negli stati di Punjab, Haryana e Delhi, complessivamente caratterizzato da un’agricoltura evoluta che garantisce la sopravvivenza di una larga parte della popolazione.

Non a caso da questi stati proviene la maggioranza dei manifestanti che “assediano” la capitale mettendo in grave imbarazzo il governo nazionalista.

Oggi in diverse città dell’India si registrano manifestazioni di dissenso verso l’azione della polizia e che chiedono la liberazione di Disha Ravi, per molti la “Greta dell’India”.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: