martedì 5 aprile 2016
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Un lavoro, faticoso, incerto, di “cucitura”. Il presidente del Consiglio presidenziale libico, Fayez al-Sarraj, il premier designato dall’Onu, continua a tessere la sua tela e a incassare consensi sul nuovo governo unitario libico. Un lavoro ancora, però, pieno di incognite, a cominciare dalla “resistenza” del governo e dei parlamentari di Tobruk, con i quali, secondo alcune indiscrezione, Sarraj potrebbe avere un incontro imminente. Agenda fitta quella del premier libico. Sarraj ha visto, in questi giorni, i responsabili della Banca Centrale di Tripoli e i comandanti dell’esercito, anche se non è chiaro se tra questi ci fosse anche il generale Khalifa Haftar, uomo di fiducia del Cairo, che opera per contrastare il Daesh soprattutto in Cirenaica. Proprio dalla regione sono arrivati domenica segnali incoraggianti. Le popolazioni e le milizie locali hanno respinto un attacco armato dei jihadisti del “Califfato” ai campi petroliferi di Marada, con un bilancio di cinque morti e sette feriti, per ammissione dei responsabili dell’area. L’esito della battaglia per la conquista del petrolio è fondamentale per il futuro delle istituzioni libiche. Proprio per arginare il Daesh, che per alcune fonti conta ormai in Libia oltre 8mila uomini, gli Usa stanno lavorando alla definizione della mappa dei “bersagli” da colpire, con il supporto dei partner europei. Si tratta soprattutto di obiettivi nelle città di Sirte e Derna, roccheforti del Daesh, ma anche ad Ajdabiya e a Sabrata. Molti analisti avvertono però che il successo dell’operazione non è assicurato a causa di vari fattori, primo fra tutti una certa cautela tra i partner regionali ed europei, compresa l’Italia. La ripresa economica di un Paese finalmente pacificato è il maggiore obiettivo di chi, come l’inviato dell’Onu per la Libia, Martin Kobler, ci sta lavorando da mesi: «Il Parlamento di Tobruk resta l’organo legittimato a esprimere il suo appoggio al governo di unità nazionale libico», ha ricordato il diplomatico tedesco su Twitter, aggiungendo che «è il momento della riconciliazione e della mano tesa per raggiungere una mutua comprensione su una Libia unita. Il popolo libico vuole pace e prosperità». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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