martedì 17 gennaio 2017
Ha ottenuto 351 voti dall'Assemblea di Strasburgo, contro i 282 del candidato socialista Gianni Pittella nel ballottaggio finale
Antonio Tajani, eletto presidente del Parlamento europeo (Ansa)

Antonio Tajani, eletto presidente del Parlamento europeo (Ansa)

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Antonio Tajani, del Partito popolare europeo, è stato eletto presidente del Parlamento Ue con 351 voti dall'Assemblea di Strasburgo, contro i 282 ottenuti dal candidato socialista Gianni Pittella nel ballottaggio tra i due.

di Giovanni Maria Del Re, inviato a Strasburgo

Antonio Tajani, 63 anni, è un volto ben noto a Bruxelles. Già giornalista al Giornale, tra i fondatori di Forza Italia e portavoce del primo governo Berlusconi approda molto presto nell’orbita Ue. Già nel 1994 arriva al Parlamento Europeo, sarà capo della delegazione azzurra dal 1999 al 2008. Nel 2002 diverrà uno dei 10 vicepresidenti del Ppe. E’ considerato "l’uomo di Berlusconi" in Europa, ma riesce a mantenere un suo profilo autonomo, evitando di esporre il fianco a troppi attacchi.

Una svolta importante arriva per lui nel maggio 2008. Silvio Berlusconi, appena uscito vincitore alle politiche in Italia, chiama l’allora commissario europeo agli Affari interni, Franco Frattini, a capo della Farnesina. Il Cavaliere non ha dubbi: il migliore a prendere il posto lasciato da Frattini nella Commissione di José Manuel Barroso è naturalmente Tajani, che diverrà commissario ai Trasporti nonché uno dei cinque presidenti.

Tajani ha un ruolo di primo piano nel favorire il piano "italiano" di salvataggio dell’Alitalia approntato da Berlusconi. Tajani però va molto orgoglioso di esser stato uno dei principali promotori del nuovo regolamento Ue sui diritti dei passeggeri soprattutto sul fronte del trasporto aereo, con il diritto al rimborso in caso di imbarco negato, ritardo o cancellazione del volo.Con l’inaugurazione della Commissione di Barroso II, Tajani passi a commissario all’Industria e all’imprenditoria, ed è uno dei 4 vicepresidenti. Il commissario italiano lancia il programma Erasmus per giovani imprenditori e propone una «nuova rivoluzione industriale» in Europa per rilanciare l’industria nell’Ue, nel 2013 lancia un piano d’azione per l’industria siderurgica, il primo dal 1977.

Un altro suo cavallo di battaglia da commissario all’Industria è la nuova direttiva del 2011 per combattere i ritardi dei pagamenti dello Stato. I critici gli rimproverano però di non aver fatto abbastanza attenzione sul fronte del settore auto, e soprattutto dello scandalo emissioni che ha coinvolto vari modelli Diesel della Volkswagen, lui però nega. Dal 2014, sotto il governo Renzi (che manda alla Commissione di Jean-Claude Juncker Federica Mogherini), Tajani è tornato all’antico, ed è stato eletto primo vice presidente del Parlamento Europeo. Un’occasione per una mossa che ora si rivende con interessi: la rinuncia a una mega liquidazione da 468.000 di euro prevista per i commissari uscenti.

«Non potevo accettarli, pensando ai tanti disoccupati che non sanno come sopravvivere» ha detto ieri. Una cosa è certa: Tajani è uno che con le persone ci sa fare, evita polemiche e scontri, e non è un caso se nel 2014 fu il più votato tra i vicepresidenti, con 452 voti. «Ho cominciato qui nel 1994 - ha dichiarato - sono stato eletto tanto volte, e posso dire che conosco praticamente ogni membro di questo Parlamento».

Dalla sua ha i toni pacati che lo portano a cercare il consenso, creare ponti, saper all’occorrenza blandire. Raccontano di lui che abbia dialogato con le varie delegazioni nazionali di tutti i partiti, ricordando azioni intraprese da lui come commissario per quel particolare paese - come il salvataggio di una fabbrica di ammortizzatori a Gijon in Spagna, tanto che la città gli ha addirittura dedicato una via. Alla fine, a quanto pare, un atteggiamento che sta davvero pagando.

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