giovedì 7 aprile 2016
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PARIGI P er l’estrema destra francese, i guai con la giustizia si accumulano a quelli con il fisco. A poche ore dalle rivelazioni sul coinvolgimento del “clan Le Pen” nello scandalo internazionale “Panama Papers”, il fondatore del Front National Jean-Marie (padre dell’attuale leader frontista Marine), 87 anni, è stato condannato ieri due volte in poche ore, dal Tribunale correzionale di Parigi e da quello di Nizza, rispettivamente per i reati di negazionismo e d’istigazione all’odio e alla discriminazione etnica. Nel primo caso, per aver affermato in televisione che le camere a gas naziste rappresentano un «dettaglio » della Seconda guerra mondiale. Nel secondo, dopo aver definito in un comizio a Nizza la minoranza rom locale come «una presenza urticante e diciamo olezzante». Dovrà pagare due multe di 30mila e 5mila euro, più i danni alle parti civili e le spese processuali. L’eurodeputato xenofobo, recentemente estromesso dai vertici di partito dalla figlia dopo mesi di faida familiare in parte legata anche a simili esternazioni razziste o negazioniste, ha ormai alle spalle una scia di processi originati da periodici sproloqui. Per negazionismo, era stato già condannato nel 1987 e poi di nuovo nel 2012, dopo aver dichiarato fra l’altro che l’occupazione nazista della Francia «non era stata particolarmente disumana». Daniele Zappalà © RIPRODUZIONE RISERVATA Jean-Marie Le Pen ( Epa )
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