sabato 23 aprile 2022
Animal Equality ha pubblicato una nuova inchiesta che rivela sconcertanti crudeltà inflitte agli animali allevati a Jalisco, Stato epicentro della narcoguerra e tra i maggiori produttori di carne
Condizioni pessime in un allevamento di maiali in Messico

Condizioni pessime in un allevamento di maiali in Messico - Animal Equality

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Animal Equality ha pubblicato una nuova inchiesta che rivela sconcertanti crudeltà inflitte a maiali e maialini allevati in Messico. Le modalità operative utilizzate dalla Ong rendono inoppugnabile il loro lavoro di documentazione: i volontari, che spesso vivono nel territorio di cui si stanno occupando, entrano con la telecamera negli allevamenti, nei mercati, nei laboratori, ovunque sia necessario verificare le condizione in cui vengono tenuti gli animali. Registrano tutto, rischiando. E le loro immagini sono sempre estremamente crude ma altrettanto efficaci nel denunciare situazioni che spesso disonorano il genere umano: creature indifese e senzienti costrette a patire atroci sofferenze nell’indifferenza generale, dentro autentici inferni sulla terra.

Questa volta un team di Animal Equality ha indagato sugli allevamenti di Jalisco, la principale regione messicana produttrice di carne di maiale. Lo Stato è uno degli epicentri della narcoguerra messicana, che qui uccide in media cento persone al giorno: massacri esibiti in modo cruento, che hanno finito per anestitizzare la popolazione civile, quasi assuefatta a un livello di brutalità crescente.

Tanta violenza si riflette, come sempre accade, sul trattamento riservato agli animali. Che in questo caso è quasi non raccontabile: all'interno degli allevamenti, gli investigatori hanno ripreso maiali che vengono feriti in modo del tutto gratuito e inutile dagli operatori. Fin dai primi giorni di vita i maialini vengono sottoposti a terribili torture, come la mutilazione della coda e la castrazione eseguite senza anestesia e senza essere accompagnate dalle necessarie cure veterinarie. Nei video forniti dall’associazione, si sentono le grida strazianti delle bestiole. Quelli che sopravvivono, finiscono dentro box o gabbie strettissimi, che privano quasi del tutto gli animali della possibilità di muoversi. Gli investigatori hanno ripreso filmati di diversi maialini incastrati con gli arti nelle assi del pavimento che, nel tentativo di liberarsi, si sono provocati fratture alle zampe. Ci sono poi immagini di animali afflitti da mastiti, congiuntiviti, gravi problemi alla cute mai curati. Animali che giacciono abbandonati e in pessime condizioni sul pavimento lercio dell’allevamento. Molti lasciati lì ad agonizzare per giorni. Secondo la veterinaria Adriana Cossío coinvolta nell’indagine, la sofferenza e lo stress a cui questi animali sono condannati sono causa di comportamenti aggressivi nei maiali, che sono così portati ad aggredirsi tra loro.

Anche in Italia, sottolinea l’organizzazione, i maiali sono sottoposti a mutilazioni ordinarie e a gravi violenze già nella loro prima settimana di vita, come documentato in molte investigazioni condotte da Animal Equality e altre organizzazioni. In particolare, negli allevamenti italiani oltre 9 milioni di animali - pari al 93% dei suini maschi - vengono castrati senza anestesia, mentre il 97% di loro subisce anche il taglio routinario della coda, la troncatura o la levigatura dei denti senza anestesia in violazione delle direttive europee. «Queste pratiche - conclude Animal Equality - pur essendo illegali, sono tuttavia diffuse nella maggior parte degli allevamenti italiani».


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