venerdì 7 gennaio 2011
Non solo le uova, la carne di pollo e di maiale, ma anche il latte potrebbe essere contaminato in Germania a causa della vendita di mangimi alla diossina a numerosi allevatori del Paese. Chiusi 4.700 allevamenti.
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Non solo le uova, ma anche il latte potrebbe essere contaminato in Germania a causa della vendita dimangimi alla diossina a numerosi allevatori del paese. Il tabloid tedesco Bild riporta oggi che un allevatore di bovini potrebbe avere usato il mangime sotto accusa e secondo alcuni esperti è possibile che anche il latte contaminato - oltre alle uova, la carne di pollo e la carne di maiale - sia finito nei supermercati."Il mangime contaminato da diossina è stato dato anche alle mucche - ha detto alla Bild Manfred Santen, un chimico dell'organizzazione Greenpeace -. Negli animali la diossina si deposita nella parti grasse, quindi anche nel latte". Da parte sua, Christiane Gross, portavoce dell'associazione non governativa Foodwatch, che si batte per i diritti dei consumatori nel settore alimentare, ha commentato alla Bild: "Al momento non è escluso che il latte contaminato da diossina abbia raggiunto gli scaffali dei supermercati".Intanto, il tabloid tedesco riporta il caso di Juergen Spreen-Ledebur, un allevatore di mucche dello Schleswig-Holstein (nord), la regione a Nord della Germania dove ha sede la società ritenuta responsabile della contaminazione (la Harles und Jentzsch): il suo allevamento è fermo da tre giorni e Spreen-Ledebur è costretto a buttare 1.700 litri di latte al giorno."COMPORTAMENTO CRIMINALE"Il caso della contaminazione da diossina in Germania rivela un "elevato grado di comportamento criminale" da parte dell'azienda al centro dello scandalo. Lo ha detto oggi il portavoce del ministro dell'Agricoltura tedesco riferendosi alla Harles und Jentzsch, la società dello Schleswig-Holstein (nord) sotto accusa per avere venduto grasso animale per mangimi contaminato. "Al momento, gli indizi parlano di un elevato grado di comportamento criminale", ha detto il portavoce del ministro Ilse Aigner, sottolineando che la Harles und Jentzsch probabilmente non era nemmeno una società registrata. "In questo caso, neanche la questione dei controlli ufficiali è valida", ha detto il portavoce, spiegando che è possibile eseguire i controlli sulle società registrate, "ma se questo non succede, non si possono scoprire le sofisticazioni" alimentari.
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