venerdì 7 ottobre 2016
Infuria la battaglia tra jihadisti e governativi nella città siriana. Distrutte due stazioni di pompaggio, rischio di malattie per l'acqua contaminata.
Aleppo, senz'acqua un milione e mezzo di civili
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Da una settimana ad Aleppo, oltre un milione e mezzo di persone è senz’acqua. Mentre intorno alle infrastrutture idriche principali infuria la battaglia è stata tagliata la corrente elettrica alle stazioni di pompaggio che permettono il rifornimento di acqua alla popolazione. Cresce in contemporanea il rischio di malattie dovute all’acqua contaminata. A ricordarlo Oxfam, che lancia un appello urgente affinché cessino gli attacchi sulla popolazione e sulle infrastrutture civili.  Al momento la popolazione in entrambe le parti della città, sia ad Aleppo est sotto il controllo dell’opposizione che ad Aleppo ovest sotto il controllo del governo, si rifornisce di acqua dai pozzi o grazie a quella consegnata dai camion, su cui spesso la popolazione non può fare affidamento e che a volte proviene da fonti contaminate. Nel frattempo due delle principali stazioni di pompaggio sono chiuse: quella di Suleiman al-Halabi, che rifornisce la maggior parte della città (dove Oxfam ha installato un generatore per fornire energia elettrica alla stazione per ovviare ai cali di tensione della rete elettrica) è inservibile a causa degli scontri in corso dentro e fuori alla zona; mentre quella di Bab al-Nairab è stata danneggiata negli attacchi aerei dell’aereonautica militare russa o siriana.

Tagliare l’acqua alla popolazione è un crimine di guerra. – afferma il responsabile delle emergenze umanitarie, Riccardo Sansone - Le parti in conflitto devono immediatamente sospendere gli attacchi sulle strutture civili come scuole, ospedali, abitazioni e infrastrutture idriche. In questo momento è prioritario consentire la riparazione alla rete idrica, sospendendo la battaglia nelle aree chiave della città, per permettere l’accesso all’acqua pulita per centinaia di migliaia di civili ad Aleppo”. Le testimonianze dei siriani intrappolati ad Aleppo “La rete idrica, in alcune aree, è danneggiata al punto che sono visibili i crateri delle bombe diventati pozzanghere di acqua e fango” - racconta Basma, 35enne residente ad Aleppo Est. “Andare a prendere l’acqua dai pozzi ogni giorno è una scommessa - aggiunge Nassim, 65enne anche lui residente ad Aleppo Est - Non sei mai sicuro se l’acqua sia pulita o contaminata”. “Fare la fila per avere l’acqua è una fatica che richiede tempo, e comprare l’acqua sta diventando sempre più costoso - conclude Walid 35 enne, di Aleppo ovest - Se vuoi avere l’acqua per primo dai camionisti devi pagare di più. L’inverno è in arrivo e non abbiamo elettricità, né carburante a disposizione. La situazione sta diventando insostenibile”. Urgente una risoluzione Onu per fermare gli attacchi aerei sulla città L’esercito siriano e i loro alleati, sostenuti dai bombardamenti aerei russi e siriani, hanno lanciato un’operazione militare il 22 settembre per riprendere il controllo di Aleppo est, dove 250 mila persone sono intrappolate senza accesso agli aiuti e devono fronteggiare costanti attacchi aerei. I rapporti giornalieri parlano di feriti, vittime e danni alle infrastrutture essenziali per la sopravvivenza della popolazione. La risposta di Oxfam ad Aleppo Oltre ad aver istallato un generatore da 2000 KVA a Suleiman al-Halabi, Oxfam ha rifornito tre pozzi ad Aleppo ovest in grado di produrre circa 500mila litri al giorno di acqua e ha installato otto sistemi per la purificazione sul fiume Qweik in grado di fornire altri 500 mila litri d’acqua. Tuttavia quattro di essi al momento devono essere riparati dopo i danni subiti a causa del conflitto. Oxfam ha inoltre a disposizione 3500 kit igienici pronti per essere distribuiti nell’area di Aleppo est, ma al momento è impossibile accedere alla parte orientale della città sotto il controllo delle forze di opposizione.
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