venerdì 29 aprile 2016
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Un attacco contro l’ultimo presidio di umanità ad Aleppo. Il raid, mentre era ancora notte, ha devastato l’ospedale al-Quds: era l’ultimo centro pediatrico della città, nel quartiere Soukkari in mano ai ribelli. La struttura di 34 posti letto, gemellata con Medici senza frontiere e la Croce rossa, forniva servizi di pronto soccorso, cure ostetriche, terapia intensiva e aveva pure una sala operatoria, un ambulatorio e un reparto di degenza. Un avamposto sanitario e di umanità per tutta la regione, nell’inferno di una metropoli tornata in 48 ore al centro del fronte. Almeno 33 i morti secondo l’Aleppo media center. Nell’ospedale del quartiere di Soukkari, 20 civili, tra cui cinque membri del personale ospedaliero, sono stati trovati morti. Tra le vittime un dentista e tre infermieri. Fra i sanitari morti pure Mohammed Wassem Maaz, l’ultimo pediatra rimasto in città e che lavorava all’ospedale dal 2013. A causa dei continui bombardamenti, era costretto ad operare in sale operatorie ricavate nei sotterranei. Altri dieci corpi, di primo mattino, sono stati rinvenuti sotto le rovine dell’ospedale. «Non possiamo identificarli. Alcuni sono carbonizzati, altri non hanno più la testa o il viso è sfigurato», ha dichiarato uno dei soccorritori. Un «attacco aereo diretto» ha subito denunciato Medici senza frontiere, sollevando così pesanti sospetti sull’aviazione siriana o su quella russa, ancora attiva nei cieli. Un «vergognoso attacco» che Msf «condanna nel modo più assoluto» e che ha devastato il principale centro pediatrico dell’area. «Dov’è l’indignazione di chi ha il potere e il dovere di fermare questo massacro? », ha concluso sdegnato Muskilda Zancada, capo della missione in Siria. A sera è l’inviato Onu per la Siria, Staffan de Mistura, a parlare di «atto deliberato», mentre il Dipartimento di Stato Usa indicava come «unico responsabile» il regime. Il governo siriano ha respinto ogni accusa: «Voci che sono solo un tentativo di coprire i crimini commessi dai terroristi contro la popolazione», affermava l’agenzia ufficiale Sana che non registra il raid aereo ma parla di 22 vittime per incursioni «dei terroristi con razzi e da spari di cecchini» contro i quartieri di Aleppo controllati dai lealisti. Secondo voci raccolte sul posto dalla Bbc il raid, che ha distrutto pure un palazzo di cinque piani adiacenti all’ospedale, è stato opera di «due grossi razzi» in un «attacco russo». Un episodio che alza il velo su una catastrofe dimenticata. Aleppo è «sull’orlo del disastro umanitario», ha denunciato il Comitato internazionale della Croce Rossa secondo cui la battaglia che si riaccesa nelle ultime 48 ore «mette in grave pericolo milioni di persone». Nessun quartiere della città per la Croce Rossa è risparmiato dai bombardamenti, mentre ancora una volta «i servizi medici vengono colpiti: è inaccettabile», ha dichiarato Marianne Gasser, capo missione della Cri in Siria. Ferma condanna del ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault che ha chiesto di riunire al più presto una riunione dei ministri del Gruppo di sostegno alla Siria. Una riunione quanto mai necessaria anche per il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni per «ridare impulso al cessate il fuoco» che nelle ultime due o tre settimane sembra essere in crisi. L’allarme, per il precipitare di nuovo nella spirale della guerra civile, è condiviso da Staffan de Mistura che ha chiesto a Russia e Stati Uniti una forte iniziativa per «rilanciare la tregua, che al momento è in pericolo». Drammatico pure l’appello Stephen O’Brien, capo delle operazioni umanitarie dell’Onu, che ha chiesto di porre fine all’«enorme sofferenza umana» che ha privato milioni di persone di cibo e medicinale. Una «situazione catastrofica» per cui «dobbiamo tutti vergognarci di ciò accade davanti ai nostri occhi» ha dichiarato davanti al Consiglio di sicurezza. Ma intanto si combatte anche a Nord di Aleppo dove, negli scontri fra i curdi e i ribelli siriani ci sono stati altre 67 morti. Intanto il regime di Damasco denuncia «l’ingresso nel territorio siriano di 150 soldati americani» a Rmeilan come un «atto di aggressione ». E Damasco, invece che di tregua, si parla di «grave interferenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’orrore in Siria Il raid nella notte: fra le vittime anche l’unico pediatra rimasto in città. Scambio di accuse Medici senza frontiere contro il governo: «Un’azione diretta» Mosca: non sono nostri aerei Il regime: «Voci per coprire i crimini dei terroristi» Gentiloni chiede la riunione del Gruppo di sostegno Il dolore ad Aleppo dopo il recupero delle salme (Ansa) DOPO I RAID Un uomo della Difesa civile con in braccio un bimbo vicino alla zona dell’ospedale al-Quds colpito nell’attacco notturno (Ansa)
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