giovedì 10 settembre 2015
L'apppello di ​monsignor Denys Antoine Chahda: «Se lasciano, per la Siria non c'è più speranza».
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"Ai miei fedeli non mi stanco mai di dire 'rimanete, abbiamo bisogno di voi' perché, se i cristiani lasciano la Siria, per questo Paese non c'è più alcuna speranza". È quanto riferisce ad Acs, l'associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre monsignor Denys Antoine Chahda, arcivescovo siro-cattolico di Aleppo, esprimendo tutta la sua "preoccupazione per il massiccio esodo di cristiani dalla città". L'arcivescovo informa che "negli ultimi giorni, un numero crescente di fedeli abbia richiesto il proprio certificato di battesimo al fine di poter emigrare". Per il presule, "tale aumento è legato alla grande accoglienza ricevuta dai siriani nei Paesi europei: dopo quattro anni e migliaia di vite spezzate, l'Europa apre le sue porte ai siriani ma nessuno ci ha mai dato una ragione per restare in Siria". Monsignor Chahda descrive come "tragica" la situazione di Aleppo, "dove da diverse settimane la fornitura idrica e quella dell'energia elettrica sono state interrotte. È davvero difficile resistere senz'acqua ed elettricità per 24 ore al giorno, mentre le bombe continuano a cadere sulla città e uccidono persone innocenti. Sono ormai più di quattro anni che viviamo questo stesso calvario. La fine della guerra è l'unica salvezza in cui possiamo sperare". I bombardamenti, riferisce, "non hanno risparmiato la cattedrale né l'arcivescovado. Più della metà della comunità siro-cattolica di Aleppo, che prima del 2011 contava circa diecimila fedeli, ha abbandonato la città, mentre chi è rimasto si sta preparando a partire. E come la nostra, anche le altre Chiese cristiane assistono impotenti a questa emorragia di fedeli".
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