mercoledì 11 maggio 2016
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DAMASCO Altre 48 ore di respiro. Scattata ieri, la nuova tregua offrirà fino a stanotte alla martoriata Aleppo un altro brandello di pace. Ad annunciare il prolungamento del cessate il fuoco deciso la scorsa settimana – interrotto soltanto episodi limitati di violazione da entrambe le parti – un comunicato dell’esercito siriano. Tregua, ha fatto poi sapere il generale Sergeij Kuralenko, comandante del Centro russo di riconciliazione delle parti belligeranti in Siria, frutto di un accordo tra Damasco e le opposizioni così come tra le parti russa e americana. «La tregua vigente nella città di Aleppo ha permesso di abbassare in modo significativo la tensione e di ridurre il numero totale di violazioni del cessate il fuoco» adottato a febbraio, ha aggiunto il generale. Sul groviglio siriano è tornato a pronunciarsi il presidente russo Vladimir Putin, che ieri ha incon- trato i vertici della difesa russa. La situazione – ha ammesso lo “zar” – è «complicata» e «c’è molto da fare per l’esercito siriano per creare le condizioni per una soluzione politica», anche se è stato raggiunto «un punto di svolta». «Spero che il meccanismo che abbiamo creato con i nostri partner, compresi gli americani, funzioni», ha aggiunto Putin. Dall’inizio delle operazioni in Siria, le forze al suo comando hanno compiuto più di 10mila raid, hanno colpito più di 30mila obiettivi e liberato dai terroristi più di 500 insediamenti, ha riassunto il leader del Cremlino. «Tra cui, come sappiamo, la perla della cultura mondiale e della civiltà: Palmira », ha dichiarato Putin. Ma non sono solo successi quelli messi in evidenza dall’operazione in Siria, agli occhi di Putin. «Allo stesso tempo, dovremo concentrare ora tutta la nostra attenzione su alcuni problemi, carenze che l’operazione in Siria ha rivelato. Per ogni problematica deve essere effettuata un’indagine molto approfondita», ha detto il presidente russo, aprendo l’incontro con la direzione del settore militare e della difesa. Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri russo Sergeij Lavrov – che ieri ha sentito il segretario di Stato americano John Kerry – ha annunciato la sua partecipazione al prossimo vertice di Vienna sulla crisi in Siria, che si terrà il 17 maggio. Intanto, nel Paese, si continua a combattere e a morire. Intensi scontri si sono registrati tra forze lealiste e gli insorti, a sud di Aleppo, nel distretto di al Eis. Almeno dieci persone, poi, sono rimaste uccisi per raid contro la popolazione di Binish, nella provincia siriana di Idlib, controllata dal Fronte al-Nusra. Tra le vittime dei raid ci sarebbe anche un comandante del raggruppamento ribelle Ahrar al-Sham. Il Daesh ha infine rivendicato un elicottero dell’esercito nel deserto di Palmira, provincia di Homs, nella Siria centrale. ( E.A.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Una clinica sventrata da un attacco ad Aleppo (Reuters)
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