lunedì 25 gennaio 2021
A provocare la deflagrazione a Kabul un ordigno improvvisato. A bordo del mezzo c'era personale afghano. Il ministro della Difesa Guerini ad Herat
Un blindato italiano ad Herat

Un blindato italiano ad Herat - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Ancora paura a Kabul. Un veicolo dell'Ambasciata italiana è rimasto coinvolto, stamattina, in un'esplosione provocata da un ordigno improvvisato (Ied). L'incidente non ha causato vittime né sono stati coinvolti nostri connazionali, come ha confermato la Farnesina. Secondo una fonte della sicurezza citata dall'afghana Tolo News, a bordo del mezzo c'era "personale afghano" della rappresentanza diplomatica e "una persona è rimasta lievemente ferita". Parlano invece di due feriti lievi fonti della sicurezza afghana, citate dall'agenzia Dpa. L’attacco è arrivato nel giorno in cui il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini è atterrato ad Herat. Domani, nella base di Camp Arena, il ministro parteciperà alla cerimonia di avvicendamento tra la Multinational Land Force su base Brigata alpina "Julia" e la Brigata paracadutisti "Folgore" nell'ambito del Train Advice Assist Command West (TAAC-W), Comando Nato a guida italiana della missione in Afghanistan "Resolute Support".

Al ministro hanno lanciato un appello gli interpreti afghani che lavorano al fianco del personale italiano. "Il Ministro Guerini si ricordi di noi, del nostro lavoro al fianco dei soldati italiani, della nostra esigenza di sfuggire da chi oggi nella nostra terra ci minaccia, considerandoci come infedeli. Il governo italiano ci dia almeno un visto, vi imploriamo in modo da venire in Italia. Qui la mattina ci svegliamo con le bombe, con i morti, mentre il resto del mondo fa colazione. Abbiamo lavorato tanto con gli italiani, li abbiamo supportati, siamo amici, fratelli. Fateci questo regalo, fateci il visto, come fanno gli americani e gli spagnoli a fine missione. Perché noi non siamo stati aiutati?".

La situazione nel Paese resta drammatica. Stando ai dati della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama), circa 6mila civili afghani sono rimasti uccisi o feriti solo nei primi nove mesi del 2020. Dal primo gennaio al 30 settembre, secondo un rapporto diffuso lo scorso ottobre da Unama, sono state 5.939 le vittime civili, con 2.117 morti e 3.822 feriti, con i taleban accusati per il 45% delle vittime civili. Un dato che rappresenta una riduzione del 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e il bilancio meno triste dal 2012 in riferimento a questo arco temporale. Ma in Afghanistan continuano le violenze, nonostante l'avvio dei colloqui - lo scorso settembre a Doha - tra negoziatori del governo di Kabul ed emissari dei taleban dopo l'accordo di febbraio 2020 tra il movimento fondato dal mullah Omar e gli Stati Uniti di Donald Trump. Un'intesa che l'Amministrazione Biden vuole rivedere, anche per valutare se i taleban siano "all'altezza degli impegni".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: